di Andrea Sartori
Avevo un breve viaggio da fare. Come sottofondo ho messo il Tao te ching.
Ogni frase è un universo. Ed è impressionante come diversi concetti mi richiamassero alla mente sia concetti espressi da Socrate (il sapere di non sapere che quello del conoscere se stessi) che concetti evangelici: il “non agire” evoca spesso il Sermone della Montagna (“guardate gli uccelli del cielo. Essi non filano e non tessono…) e la necessità che il Maestro si faccia umile e apparentemente sotto gli altri. E il fatto che la dolcezza prevale sulla forza. Socrate, Lao Tzu, Gesù (e anche Buddha, Eraclito, Epicuro, Seneca e Marco Aurelio). La sapienza vera non ha autore o patria ma riecheggia dalla Grecia all’India fino in Cina.
Concetti spesso di profondità vertiginosa espressi con parole semplici.
Mi rendo conto che di fronte a questi “sapienti” la filosofia moderna da Kant in avanti pare una gigantesca supercazzola. Soprattutto ha perso di vista l’assoluto concentrandosi su questioni sociali e politiche che sono niente.
Non a caso i fisici quantistici vanno a riprendere quei sapienti antichi ma sempre nuovi che nella loro semplicità hanno intuito l’assoluto

