di René Guénon
“È sempre il punto di vista parziale che è «malefico», mentre il punto di vista complessivo, o relativamente tale in rapporto al primo, è «benefico» poiché tutti i possibili disordini non sono tali se non in quanto li si consideri in se stessi e «separativamente», e questi disordini parziali si cancellano interamente nell’ordine totale in cui finalmente rientrano, e di cui, spogliati del loro aspetto «negativo», essi sono elementi costitutivi allo stesso titolo di qualsiasi altra cosa: in definitiva non c’è di «malefico» se non la limitazione che necessariamente condiziona ogni esistenza contingente, limitazione che, in realtà, non ha in se stessa che un’esistenza puramente negativa […] qualcosa di instabile e di transitorio […] non essendo altro che un’illusione inerente alla «separatività» […] se si vuole andare fino alla realtà dell’ordine più profondo, si può affermare in tutto rigore che la «fine di un mondo» non è mai e non potrà mai essere altro che la fine di un’illusione”.
René Guénon, Il regno della quantità e i segni dei tempi

