a cura di Filippo Goti
Egli sentirá come se tutto il suo essere interiore si fosse cristallizzato o gelato, cosi che alcun gesto sia più possibile; é come una paralisia, una afasia assoluta che contrasta dolorosamente con il senso dell’interna possibilitá: quasi che si avesse qualcosa da dire e pertanto la lingua rimanesse muta ed inerte al comando. L’esperienza di un tale stato interiore dá il segno della purificazione e per essa l’individuo realizza quanto poco la sua azione era sua azione.
Quel perché di cui egli si é abituato a fare la condizione inseparabile del suo agire, mostra appunto quanto una reale iniziativa sia assente dalla sua vita – » superiore « o » inferiore « – e lui è non un autore, ma un fantoccio, un medium sventolato da forze straniere – ché gli stessi cosidetti motivi razionali in última istanza hanno la loro radice in utilitarismi che poi si sono formalizzati ed hanno perduto il loro significato originario.
Sappia pertanto l’individuo trovare, di lá da ció, un sopravvanzo di forza, sappia egli agire malgrado tutto, allora egli si sarà veramente elevato, iniziato al puro, intatto principio della Vergine: egli si é »salvato dalle acque«, ha attraversato la corrente delle rinascite, il vortice di mâyâcakti. In lui é giá presente il primo elemento di quella identitá âtmica, infrangitrice del “corpo kârmico”

