di Nicolò Govoni
Non ci credi? Ogni anno sono circa 30 i miliardi di dollari che il mondo dona al Continente sotto forma di aiuto umanitario. Ma sai, al contempo, quanto si prende tra risorse naturali, prestiti, profitto delle multinazionali e flussi illeciti? 190 miliardi.
L’aiuto umanitario, nella stragrande maggioranza dei casi, non è che una forma di ingegneria politica che permette ai governi Occidentali, attraverso le organizzazioni da loro foraggiate, di controllare il Continente, mantenendo la propria egemonia.
Si fa molto parlare, in questi giorni, di neocolonialismo, soprattutto dopo il colpo in Niger e la cacciata della Francia dal Paese – un fenomeno che di recente ha coinvolto diversi Paesi dell’Africa Occidentale e Centrale, tra cui il Mali, il Chad, la Guinea, il Sudan e il Burkina Faso. E nonostante le cause scatenanti di questi smottamenti politici siano le più disparate, tutti i nuovi regimi concordano su un principio fondamentale: fuori i poteri del Nord Globale ora. L’Africa agli Africani, finalmente. E se ti chiedi il perché, non preoccuparti, sei in buona compagnia. Il 99% della gente rimane assolutamente scioccata venendo a conoscenza dell’influenza che ancora oggi gli ex poteri coloniali esercitano sul Continente. Esempio lampante?
L’uranio del Niger contribuisce a più del 30% del fabbisogno energetico della Francia. Il 90% dei nigerini non ha accesso all’elettricità. Pazzesco, no?
È per questo che quando sento il solito ciuco parlante di turno dire che “anche l’Africa ha tratto beneficio dal colonialismo” mi viene da strapparmi le orecchie.
Perché se siamo qui, a offrire l’istruzione dell’élite mondiale ai bambini più vulnerabili di otto Paesi africani diversi, non è per carità o per compassione. È per giustizia sociale. È per saldare un debito dovuto da troppo tempo. È per restituire l’Africa agli africani, dopo che, per secoli, gliel’abbiamo rubata. Mai più. Mai più. Mai più.
Il colonialismo e il neoimperialismo avvantaggiano un solo partito: il colonizzatore. Senza, l’Europa sarebbe la metà di quello che è oggi. E l’Africa sarebbe il doppio. Tutto il resto è propaganda.
Speriamo che questo, almeno, non ce lo oscurino.

