di Dario Chioli
In Occidente (incluse le sue residue dipendenze neocoloniali) si può dividere oggi la società in alcune classi:
– una classe, difficilmente identificabile quanto ai singoli, di gente davvero potente, che sfugge a ogni costrizione e ognuno dei cui componenti fa quel che gli pare, purché non danneggi gli interessi dei suoi sodali;
– una classe, maggioritaria, composta di un’infinità di ruoli, dall’alta borghesia al proletariato sottopagato, che, a seconda della propria posizione, s’illude più o meno di avere una qualche importanza e un qualche potere, mentre non ce l’ha affatto;
– una massa di emarginati che serve ai potenti come manovalanza, sia in lavori che equivalgono alla schiavitù sia in quanto venga assorbita dalla delinquenza organizzata;
– la delinquenza organizzata, i cui vertici spesso hanno uno stretto contatto con la classe dei potenti e talora anzi vi si identificano. Narcotrafficanti, mafia, camorra, ’ndrangheta, triadi cinesi, mafie albanesi, slave, nigeriane eccetera permettono di esercitare attività profittevoli sfuggendo ad ogni controllo, pur minimo, degli stati, eliminando gli oppositori fastidiosi e creando di tanto in tanto isole sottratte al controllo di qualunque potestà nazionale o internazionale.
In tutto ciò si nota che:
– non esiste alcuna democrazia; quanto viene chiamato tale è oligarchia rivestita di demagogia;
– i mezzi di informazione sono totalmente prostituiti all’oligarchia, e svolgono un ruolo importante in quanto nascondono l’identità dei potenti, creano problemi immaginari per occultare quelli reali, illudono la maggioranza nascondendo i veri rapporti di forza, ingannano gli emarginati nascondendone i problemi ed emarginandoli di fatto ancor di più, sono di fatto responsabili in solido con l’oligarchia e la delinquenza organizzata nel sostenere l’irreversibilità dei modelli sociali e la decadenza dei modelli etici, eventuali eccezioni comportando il boicottaggio personale o l’eliminazione fisica;
– forze armate, forze dell’ordine e magistratura sono di fatto colluse, nella gran maggioranza e spesso per ignavia, con l’oligarchia e i mezzi d’informazione, in quanto evitano di vedere ed affrontare i problemi, costituendo di fatto caste che si autotutelano nell’illusione di contare qualcosa; chiunque esca fuori da questo schema di collusione rischia l’eliminazione fisica.
Cosa si potrebbe fare per porre rimedio?
Ben difficile dare risposte pragmatiche.
Senz’altro è più utile un modello parzialmente autocratico che non la finzione democratica occidentale; è meglio che al vertice ci stiano funzionari che conoscono bene il sistema che non miliardari messi su dall’oligarchia per fare solo finta di governare. Da questo punto di vista gli attuali sistemi russo e cinese, pur con macroscopici difetti, sembrano oggi funzionare meglio di quello americano od europeo.
Infatti è chiaro che l’oligarchia andrebbe, nella sua grande maggioranza, spazzata via, soprattutto quando pretende di svolgere un ruolo di gestione politica. Si dovrebbe considerare che coloro le cui ricchezze superano o rivaleggiano con quelle dello stato in cui vivono, sono potenzialmente nemici dello stesso, essendo in grado di utilizzare lo stato per il proprio vantaggio invece che per il bene comune.
Questo, incidentalmente, sarebbe importante prima di tutto per gli stessi americani, che rischiano l’implosione sociale per le storture del loro sistema.
Contemporaneamente all’oligarchia andrebbe eliminata l’emarginazione, ed in effetti dato che la seconda è causata dalla prima, non dovrebbe neanche essere così difficile. Costruire case, servizi ed opportunità di lavoro per gli emarginati, eliminando ogni forma di mendicità e parassitismo, non dovrebbe essere particolarmente difficile se davvero si desiderasse farlo.
Nelle zone (soprattutto italiane) dove la società è in mano alla delinquenza andrebbe usata la forza senza tanti scrupoli, ma valutando anche la possibilità di accordi locali che di fatto amnistino e integrino a livelli non gestionali nelle strutture dello stato, coi relativi acquisiti obblighi di legge, coloro che, senza aver commesso gravi crimini, abbiano fatto parte di associazioni a delinquere e accettino di adeguarsi per il futuro agli ordinamenti dello stato (lo fecero gli americani a suo tempo nel Far West).
Come conseguenza dell’eliminazione delle due classi suddette andrebbero ristrutturate sia la magistratura che le forze dell’ordine, rendendole territoriali, elettive ed obbligatorie (il miglior giudice è quello che non lo vuole fare, ma il vero problema sarebbe decidere chi lo vota, perché la finzione democratica per cui vota chiunque non funziona), con maggiori poteri discrezionali ma anche con maggiori responsabilità civili e penali.
Molte decisioni legali di interesse locale andrebbero discusse e prese a livello locale, decidendole in assemblea con modalità da definire. Non deve succedere che i codici legali vengano utilizzati per aggirare la giustizia e sostenere la prevaricazione.
I codici andrebbero col tempo sfrondati massicciamente, per renderli utilizzabili e comprensibili alle persone oneste (sembra utopistico, ma dipende solo dal volerlo fare davvero).
Le Forze armate sono, allo stato attuale, l’unica risorsa che nei paesi occidentali potrebbe permettere questo drastico cambiamento. Se si riuscisse a realizzare un nucleo di potere efficace all’interno di esse, dovrebbero prendere il potere, eliminare i collusi dal proprio interno, impadronirsi dei mezzi di informazione, esautorare temporaneamente gli esponenti politici (che andrebbero comunque drasticamente depurati delle loro componenti delinquenziali) e arrestare oligarchi e loro emissari.
Colpo di stato?
No, lo stato non c’è più da un pezzo…
Non mi nascondo che è assai difficile.
Difficile che le Forze armate si sveglino, trovino compattezza sufficiente e circostanze esterne favorevoli.
Se succedesse, l’informazione andrebbe in fase transitoria rigidamente controllata, per il semplice fatto che in effetti ora non c’è, c’è solo una forma di manipolazione che viene spacciata per informazione.
I partiti politici andrebbero temporaneamente eliminati perché non rappresentano più il popolo ma solo gruppi di potere.
Si potrebbero ripristinare nel tempo, su base solidaristica locale, ragionandone pragmaticamente.
Tutto ciò è improbabile? Sì.
Impossibile? No.
La deriva etica ha oggi raggiunto livelli tali che non posso credere che molti non se ne rendano conto.
Il consumismo e la pubblicità mendace hanno bombardato per decenni la mente di gente che, già passiva, è stata resa ancor più passiva.
La famiglia è stata pressoché distrutta perché ostacolava il disegno di controllo generale.
La religione è stata contrastata per la stessa ragione.
Per far questo si sono evidenziate di queste due strutture tutti gli aspetti negativi (storicamente molti e gravi) tacendo quelli positivi.
Siamo giunti a non poter più distinguere maschi e femmine, a non poter più tutelare un simbolo religioso.
Vedere questo come simbolo di libertà individuale è da folli.
Questa è solo strategia di marketing: tu devi accettare solo quello che ti fornisco io, il resto non vale niente.
Vogliamo accettare questo?
No. Al diavolo gli oligarchi e la loro mentalità malata.
Tuttavia è chiaro che un cambiamento è possibile tanto più quanto più si riuscirà a ritrovare una centralità spirituale.
L’uomo è mortale e deve confrontarsi con la propria morte. Tutto il resto va dimensionato su questa consapevolezza.
E senza Spirito non si va da nessuna parte.
Fenomeni geopolitici come la attuale convergenza tra i cristiani ortodossi, i musulmani sciiti e la pragmatica visione cinese del mondo, apparentemente atea ma di base confuciana, possono suggerire un’aspettativa.
I musulmani sunniti dormono, i cristiani cattolici dormono, i cristiani protestanti sono quasi morti, hindu e buddhisti stanno per i fatti loro. Se tutte queste forze spirituali si risvegliassero a poco a poco e convergessero nella necessità di una comune riforma spirituale, la situazione potrebbe ribaltarsi.
Mai porre limiti alla Provvidenza.

