di Mike Plato
Un complesso divino è una convinzione incrollabile caratterizzata da sentimenti costantemente gonfiati di abilità personale, privilegio o infallibilita. La persona è molto dogmatica nelle sue opinioni, nel senso che parla delle proprie opinioni personali come se fossero indiscutibilmente corrette e supportate dal marchio divino. Qualcuno con un complesso divino potrebbe non mostrare alcun rispetto per le convenzioni e le richieste della società e potrebbe richiedere una considerazione o privilegi speciali. Il complesso di Dio non è un termine clinico né un disturbo diagnosticabile e non compare nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali ( DSM ). Il nome diagnostico riconosciuto per i comportamenti associati a un complesso divino è disturbo narcisistico di personalità (NPD). Un complesso divino può anche essere associato alla mania o ad un complesso di superiorità . La prima persona a usare il termine “complesso di Dio” fu Ernest Jones (1913–51). La sua descrizione, almeno nella pagina del contenuto di Essays in Applied Psycho-Analysis , descrive il complesso divino come la convinzione di essere un dio .
Cristo e Buddha rientrerebbero nel complesso di Dio? Per quanto concerne Cristo, la risposta potrebbe essere affermativa, mentre per Buddha no, in quanto si è dichiarato un risvegliato e non un Dio. Ma dovremmo poi stabilire se fosse Cristo – Adam a parlare attraverso Yeshua, oppure qui non c’è distinzione tra uomo interiore e uomo esteriore. La questione non è lieve. Spesso, fin troppo spesso, i new ager (e non solo) ritengono di essere essi stessi Dio, un Dio che deve solo prendere consapevolezza di se stesso e finalmente ridestarsi. Per la tradizione spirituale, l’uomo esteriore carnale immerso nel mondo non è affatto l’uomo o il Dio dell’intimo. Battista, nella tradizione cristiana, da uomo esteriore estremamente evoluto e consapevole, dice di non essere il messia, e che c’è qualcosa in lui che era preesistente a lui come a tutti gli uomini, e che prenderà il posto in futuro della stessa umanità esteriore ilica. Mostrando per questo verso che l’uomo esteriore deve morire in vita per cedere il posto al vero uomo che è in lui. I new ager dicono IO SONO LA MIA ANIMA, IO SONO IL MIO DIO, fraintendendo totalmente il TAT TVAM ASI – QUELLO È ME. l’uomo esteriore non è quell’anima, non è quello spirito, ma HA un anima, uno spirito. Anzi, li possiede nel peggior senso del termine, perché li incatena. L’ego umano, la personalità, non può dire IO SONO DIO, o IO SONO QUESTA ANIMA. Sono due vasi comunicanti, non un solo vaso. Due irriducibili opposti di natura diversa e inconciliabile. L’ego è un accidenti transitorio, ha un inizio e una fine, l’interiore no. Ergo, tutte le pretese dell’ego di sentirsi divino e sentenziare dogmi in assenza di ispirazione divina sono COMPLESSO DI DIO ovvero di un ego che si fa Dio, anziché sacrificarsi in nome di quel Dio.
Il complesso di Dio, la megalomania dell’ego che si sente Dio o un superuomo (Nietzsche), o persino il Dio Creatore (Malanga) è ben descritto in Ezechiele.
Ezechiele 28,2: Figlio dell’uomo, parla al principe di Tiro: Dice il Signore Dio: Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio, siedo su un seggio divino in mezzo ai mari, mentre tu sei un uomo e non un dio, hai uguagliato la tua mente a quella di Dio.

