LA FEDELTA’ NELLA CAVALLERIA MEDIEVALE

a cura di Diane Maset

“La fedeltà, come negarlo, è un valore medioevale, appartiene cioè ad un’ epoca straordinaria, il tempo incredibile quando capomastri semianalfabeti costruivano cattedrali di una bellezza sublime in grado di sfidare i secoli, Dante scriveva la Divina Commedia, Giotto affrescava la sua Natività.
La fedeltà è qualcosa per gente seria. Gli isterici sempre in balia delle proprie emozioni non sono in grado di tenerle fede e, anzi, la disprezzano. La credono, nel loro totale disequilibrio, una perdita di libertà. La fedeltà è la più alta forma di libertà, la libertà sublime di tenere fede. Se tu morirai prima di me io ti terrò la mano, se io morirò prima di te, tu mi terrai la mano. Dopo aver giurato fedeltà non ci innamoriamo di nessun altro, perché quando sei concentrato su qualcuno il tuo cuore di donna non volge altrove. L’innamoramento nasce nel cervello, non nel cuore, nasce cioè nello stesso posto dove c’è il pensiero. Dove il pensiero non lo vuole, l’innamoramento non avviene. Quindi noi cavalieri medioevali teniamo fede. Se il corpo umano paga alla promiscuità sessuale un costo altissimo, la mente ne paga uno ancora più grave. La sessualità è sacra dove c’è fedeltà e unicità, perché io ti giuro che si andrà avanti fino alla fine a costo di combattere. Ma questa è roba per noi, cavalieri medioevali, questa non è roba per tutti: occorre essere senza paura. Chi è terrorizzato di perdere la sua libertà, che è l’impulsività, chi è in balia della brama non ce la può fare.”

LA FEDELTA' NELLA CAVALLERIA MEDIEVALE
LA FEDELTA’ NELLA CAVALLERIA MEDIEVALE

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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