a cura di Luca Zolli
René Guénon ha scritto: ” […] lo sviluppo della pretesa civiltà occidentale moderna non può proseguire all’infinito e ho motivi di pensare che esso non potrà andare oltre la fine del secolo attuale; allora, che cosa accadrà ? […] “
La crisi climatica è uno degli effetti, derivanti da cause molto più complesse e profonde, perché tutte concatenate ad una visione del mondo, dell’uomo e della natura che hanno accompagnato lo sviluppo della civiltà occidentale degli ultimi mille anni e più marcatamente degli ultimi 500 anni, che ha realmente messo in crisi questa civiltà e rischia seriamente, sebbene non lo si voglia vedere, di distruggerla.
Questa verità indigesta è sotto gli occhi di tutti, ma pochi l’ammettono in modo netto ed inequivocabile.
E’ del tutto inutile sottolineare come le civiltà orientali si siano anch’esse appiattite sul medesimo modello di sviluppo, che ha fatto in modo che si arrivasse ancora più in fretta ad un punto di non ritorno e ad un bivio ormai ineludibile. Questo punto è stato raggiunto fra gli Anni Ottanta e il Duemila. Noi, ora, affronteremo le conseguenze con, però, ancora qualche margine d’azione, che potrebbe ancora risultare determinante.
Tali azioni si dovranno applicare a diversi livelli, cioè su quel complesso di cause che ci hanno portato fino a qui e alcune di quelle – perlomeno altrettanto essenziali quanto quelle che sono considerate urgentissime, se non ancor più fondamentali, come personalmente credo – avvengono in ambiti che sfuggono quasi completamente all’osservazione esteriore.
Ecco, tutto il passo della lettera di Guénon, che ho citato all’inizio, indirizzata nel 1924 a Guido De Giorgio :
“[…] Devo confessarLe, tuttavia, che La trovo un po’ troppo “pessimista” riguardo alla situazione attuale dell’Occidente; sono persuaso, per quanto mi riguarda, che un cambiamento di direzione resti ancora possibile [ in una lettera a Lassay del 1928 scriverà: ” Il Cattolicesimo è la sola cosa, nel mondo occidentale odierno, alla quale abbia testimoniato una certa simpatia e che ho dichiarato rispettabile e i cattolici cono anche, finora, i soli che mi abbiano rivolto insulti e minacce … ” ], malgrado tutto.
Le concedo che un’intesa tra l’Oriente e l’Occidente [ che oggi dovrebbe essere di entrambi con la Tradizione, viste anche le condizioni in cui versa l’Oriente e sulle quali pure scrisse Guénon nel ’47 ] resta irrealizzabile nelle condizioni attuali, credo, anzi, di non aver scritto altro nel mio ultimo libro; ma sono precisamente queste le condizioni che bisogna cambiare.
In un modo o nell’altro, lo sviluppo della pretesa civiltà occidentale moderna non può proseguire all’infinito e ho motivi di pensare che esso non potrà andare oltre la fine del secolo attuale; allora, che cosa accadrà ? Dipende da ciò che sarà stato possibile fare, d’ora in poi [ dagli Anni Venti ] , nel senso che ho indicato; in ogni caso non crede che valga la pena di tentare di fare qualcosa ? […] “
E se oggi possiamo ancora fare qualcosa, è perché, anche grazia all’Opera di Guénon, qualcosa è stata fatta e non certo dai menagramo, che non hanno saputo fare altro che invocare la fine e alimentare paranoie e allucinazioni, vedendo il problema dove non c’era e non vedendolo dove c’era e c’è.

