di Galatea Vaglio
Siccome ormai ad ogni post le polemiche fioccano e i commenti si riempiono di insulti, chiariamo alcune cose sul femminismo, la storia e il patriarcato.
Negli ultimi decenni, anche grazie al fatto che gli studi storici antropologici e umanistici in genere non sono più, come erano un tempo, portati avanti solo da maschi (per giunta in larga maggioranza bianchi, borghesi, etero e cis) la riflessione sulla storia del passato e del presente si è fatta più complessa e sfaccettata. Le persone (di qualsiasi genere, etnia, sesso, classe sociale e orientamento) hanno potuto accedere agli studi, hanno iniziato a studiare e interpretare il passato e si sono rese conto (o almeno molte di loro lo hanno fatto) che le categorie con cui la storia veniva scritta e spiegata -e quindi anche poi insegnata nelle scuole, creando così una ricaduta continua sulle nuove generazioni – erano troppo limitate per restituire la complessità del mondo.
La nostra società, odierna e passata, è stata improntata sul patriarcato, ovvero l’idea che il maschio vale più della femmina, e che la femmina, i suoi desideri, le sue aspirazioni e i suoi diritti sono totalmente secondari se non inesistenti, perché la sua funzione principale o addirittura esclusiva è quella di essere al servizio del maschio come moglie, madre o quello che oggi chiamiamo “caregiver”, cioè una “donatrice di servizi”. La donna aveva una funzione di supporto al maschio, in famiglia e nella società, aveva bisogno di continua protezione e doveva essere sottoposta al suo continui controllo per evitare che sbagliasse, perché non in grado di decidere da sola sul proprio destino.
Questo dura tutt’oggi, anche se magari in alcune società in maniera sempre più sfumata, grazie anche alle lotte portate avanti in passato e ancora oggi.
Questo fatto, ovvero l’impostazione patriarcale della società, non è una opinione o una lettura ideologica: è un fatto. Negarlo o sminuirlo è come negare che ci siano state le guerre puniche o l’eruzione a Pompei.
Il patriarcato non è stato accettato e difeso solo da maschi, ma anche dalle femmine, perché sia uomini e donne, fin da bambini, sono stati istruiti per pensare che sia l’unica organizzazione possibile per la società e l’unica giusta. Questo ha portato a creare una società con ruoli fissi per maschi e femmine che ha danneggiato, in realtà, la libertà di entrambi, anche se poi le più penalizzate sono state le donne.
Anche questo è un dato di fatto, non una opinione o una ideologia. Il patriarcato ha reso anche difficile la vita di tutti coloro, maschi, femmine, o persone che non si riconoscevano in nessuno dei due sessi, che venivano considerati “anormali” o “contro natura”.
Anche questo è un dato di fatto, non una posizione ideologica.
Oggi, con fatica perché i pregiudizi contro le donne e contro chiunque denunci la cultura patriarcale sono ancora fortissimi, si cerca di scardinare questa impostazione.
Il patriarcato in sostanza è come se fin dalla nascita tutti noi avessimo indossato senza accorgercene degli occhiali con le lenti colorate. Apparentemente tu vedi la realtà, ma i colori reali sono svisati. Finché non ti rendi conto che hai addosso delle lenti, non riesci a vedere le cose per quello che sono.
Bene, è ora di togliere gli occhiali. Non è detto che tutti ci riescano, e qualcuno continuerà a brontolare che il mondo con i filtri delle lenti colorate pareva più bello. Però, ragazzə, non si può continuare a scambiare un filtro per la realtà. Vi arrabbiate persino per le foto di Instagram e invece volete continuare a vedere una società per quello che non è?
La storia “femminista” quindi in realtà non esiste: esiste il tentativo da parte di storici e storiche contemporanei di rimuovere filtri e correggere visioni errate che sono state create nel corso del tempo, dando finalmente il giusto valore a personaggi ed eventi passati in secondo piano per via di questi pregiudizi patriarcali.
Questa non è ideologia, è semplicemente cercare di fare bene quello che è il compito fondamentale della storia e delle scienze umane in genere. I risultati possono essere differenti, discontinui, e certamente perfettibili, come per tutte le cose create dagli esseri umani, ma sono fondamentali e necessari.
Fatevene quindi una ragione e smettetela di considerare ideologia o “femminismo” (di solito usato come insulto come se fosse una brutta parola) questa cosa.
E se non riuscite a farvene una ragione, pazienza, ma rendetevi conto che il problema è vostro, non nostro, ecchediamine.

