di Galatea Vaglio
Quello che ti colpisce dei Greci è la tragedia, che è la loro grande invenzione.
La tragedia non è il racconto di sfortune che capitano ad un eroe, un cumulo di sfighe, è una situazione senza uscita e senza soluzione, perché non c’è modo di risolverla onorevolmente, nemmeno con la morte dell’eroe. La tragedia è un garbuglio in cui tutti hanno ragione e torto assieme, e qualsiasi cosa facciano, qualsiasi decisione prendano, non hanno modo di salvarsi davvero. La tragedia è un gioco a somma zero, una partita in cui tutti perdono sia che seguano le regole sia che facciano i furbi, e alla fine tutti, furbi, stupidi, buoni e cattivi vengono travolti. La tragedia è qualcosa che non ha senso: ti ci barcameni, con la consapevolezza che non capirai alla fine se avevi torto o ragione, se quello in cui hai creduto è vero o falso, se valeva la pena soffrire o no, perché il Fato e gli dei sono distanti, e forse non esistono neppure, oppure sono distratti, indifferenti alla nostra esistenza e a quella del cosmo intero.
Ecco, è per questo che dopo secoli ancora ti devasta. Perché descrive l’insicurezza umana più profonda, il dubbio di non avere senso, e che un senso non ci sia. I Greci hanno inventato la tragedia perché volevano allenare gli esseri umani alla vita, che non è consolante, che non è logica, che non è giusta e non rispetta le nostre regole, perché non ne ha.
Noi moderni abbiamo smesso di scrivere tragedie perché siamo convinti di poter essere padroni del nostro destino, di essere premiati per i nostri meriti. Per questo non scriviamo più tragedie, e quando ci troviamo ad affrontarle come con la guerra, restiamo sconvolti di fronte a un cumulo di eventi più grandi di noi, che non riusciamo a controllare. Non riconosciamo le tragedie, e le neghiamo, cercando di trovare dei cattivi da incolpare.
E invece le tragedie continuano ad accadere, come ora in Palestina. E non c’è un modo per uscirne salvi, perché sono tragedie sono un nodo gordiano che non si può sciogliere, e nemmeno tagliare, e non si risolve: ti stritola e basta.
I Greci la sapevano, come al solito, più lunga di noi.

