COS’È VERAMENTE L’ETICA?

di Giuseppe Aiello

Nella tradizione islamica il termine che viene solitamente tradotto con “etica” o “morale”, è akhlāq, dalla radice trilettere kh-l-q, che significa “creare”, “originare” o “progettare”, o più correttamente, “formare”, “dare forma a”.

Akhlaq è la scienza della “formazione di sé”.

Nella sua forma singolare, khuluq (o khulq), possiamo discernere la sua stretta relazione semantica con “khalq”, “creazione”. Entrambi sono scritti nello stesso modo ortograficamente, secondo l’usanza linguistica araba di trascrivere le parole senza vocali brevi o segni diacritici.

Nel Corano leggiamo: “Nostro Signore è Colui che ha dato a ogni cosa la sua creazione (khalq), poi l’ha guidata rettamente” (20:50).

Se, come nota Chittick, ciò che distingue un essere da un altro, sul piano ontologico, è il suo khalq, allora ciò che distingue una persona da un’altra, sul piano etici, è il suo khuluq. E nello stesso modo in cui Dio come khāliq modella il khalq di ogni creatura, noi come esseri umani modelliamo il nostro khuluq attraverso le innumerevoli decisioni che prendiamo regolarmente, poiché essere un essere umano significa essere un agente che crea, da forma.

Il posto saliente di questa scienza è sottolineato dal noto hadith: “Sono stato inviato a un perfetto buon carattere (ṣāliḥ al-akhlāq)” (Musnad, #8952),

“Quelli di voi che mi sono più amati sono quelli dal carattere più bello” (Tirmidhi, Birr, 71). Il modello prototipo di tale perfezione etica, per i musulmani, risiede naturalmente nel Profeta. Rivolgendosi a lui, il Corano afferma: “Hai un carattere eccezionale (khuluq)” (Corano 68:4). L’emulazione del Profeta attraverso le sue abitudini o Sunnah, una caratteristica che gioca un ruolo inevitabile nella vita quotidiana dei musulmani, richiede di prestare molta attenzione non solo a come egli ha eseguito determinati riti e rituali, o a ciò da cui si è astenuto e ha osservato, ma anche al suo comportamento e alla sua disposizione etica. Anche se si sono sviluppate varie scuole di etica nel corso della storia islamica, ciò che li univa era la venerazione per il Profeta come esempio etico, poiché, come afferma il Corano, “Tu hai nel Messaggero di Dio un bellissimo esempio» (33,21).

In senso stretto l’Etica è dunque “formazione di sé” e non ha alcuna relazione diretta con un presunto valore intrinseco dell’altro (sia esso un individuo o un oggetto).

Se l’ordine divino è di andare in guerra e uccidere il nemico, è etico, formativo di sé, ubbidire all’ordine, non cominciare a fare elucubrazioni sulla guerra, il dolore, la sofferenza, ecc. (vedesi ad esempio Khrisna e Arjuna)

Questa è etica tradizionale: romana, vedica, biblica, coranica.

La moralità in senso moderno, umanista o cristiano-umanista (dunque non in senso cristiano tradizionale) è estranea alla Tradizione.

COS’È VERAMENTE L’ETICA?
COS’È VERAMENTE L’ETICA?

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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