PER D’ANNUNZIO LE DONNE NON ERANO “USA E GETTA”

a cura di Sandro Consolato

In questi giorni di aspre polemiche sulle relazioni uomo-donna mi sembra interessante proporre questo passo:

“Gabriele non è capace di sfruttare le sue donne, è una leggenda faziosa e assai imprecisa quella per cui avrebbe predato a Eleonora Duse tutto il denaro, rovinandola. L’aveva amata e – soprattutto – ammirata davvero, e con lei costituì l’unico sodalizio artistico profondo della sua vita. […] Gabriele non l’ingannò , perché pensava di dare con le sue opere più di quanto ricevesse, e che il denaro, suo o di altri, non avesse importanza. Se fece soffrire ‘la Divina’, non fu certo per motivi economici.

A dispetto della fama di egocentrico che lo circonda, quando vede in difficoltà qualcuno che gli è caro si impegna per risolvere il problema, e dimostra apprensione autentica, vigilanza partecipe, aiuto concreto. Oltre a colmare di regali anche le ospiti più umili, si affeziona, le assiste e si prende a cuore quelle che gli sembrano più esposte alle minacce dell’esistenza. Viene meno l’impietosa superbia di considerare qualche ora passata con lui un compenso più che sufficiente per la gran parte delle signore ammesse tra le mura della Leda.

Il Poeta sa offrire una reciproca soddisfazione: la sua, certo, ma anche quella delle ‘badesse’, disposte a tutto per qualche ora da incidere per sempre nella memoria. Però si chiede anche cosa sarà di quelle creature ‘dopo aver abbandonato questo rifugio così alto’.

Vale anche per il passato. Se qualcuna delle sue amanti storiche è in difficoltà, Gabriele potrebbe fare spallucce, non ha più niente da condividere con le passioni effimere della sua prolungata giovinezza. Eppure, sul piatto della bilancia, aggiunge corpose dosi di gratitudine.

Non ha dimenticato Donatella, Nathalie de Goloubeff, la nobildonna russa sua compagna in Francia, che gli eventi successivi alla Grande Guerra e alla Rivoluzione sovietica hanno ridotto in disgrazia. Non potranno tornare i ‘giorni inimitabili’ di Parigi e Arcachon, quando la generosità della donna lo aveva aiutato a far fronte ai debiti e la sua ammirata avvenenza ne aveva fatto la regina dell’harem. Eppure Donatella, abbandonata dal marito e confortata solo dalla dispendiosa compagnia degli amati cani, affogata nell’alcol e in una vecchiaia precoce, continuerà a ricevere denari da Gabriele.

Non fu un caso isolato. […]”

(GIORDANO BRUNO GUERRI, “LA MIA VITA CARNALE: AMORI E PASSIONI DI GABRIELE D’ANNUNZIO”, Oscar Mondadori)

PER D'ANNUNZIO LE DONNE NON ERANO "USA E GETTA".
PER D’ANNUNZIO LE DONNE NON ERANO “USA E GETTA”

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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