UNA CURIOSA STORIELLA SU MELKIZEDEK

a cura di Eli Sheva

«C’era una volta un re chiamato Melchi, padre di due figli: Melchi e Melchisedec. Questo re, zelante nel culto degli idoli, un giorno inviò il suo figlio cadetto ad acquistare del bestiame per i sacrifici. Lungo la strada, la contemplazione del cielo stellato offrì a Melchisedec la rivelazione del D-o unico, Creatore di tutte le cose. Rinunciò, così, alla missione di cui era stato incaricato, rientrò a palazzo e annunciò a suo padre la sua conversione. Il re, furioso, decise – per riparare a questo oltraggio fatto ai suoi dèi – di immolare loro uno dei suoi figli. La sorte decise per Melchi. Melchisedec, durante i preparativi della cerimonia, salì sul monte Tabor e chiese a D-o di annientare tutti coloro che sarebbero stati presenti al sacrificio. La sua preghiera fu ben presto esaudita: la città intera, con tutti i suoi abitanti, fu inghiottita da un cataclisma: nemmeno una sola anima sopravvisse. Da quel momento, Melchisedec, intimorito, restò sette anni sul Tabor sino al giorno in cui Avrahàm, per ordine di D-o, si presentò dinnanzi a lui.

“Poiché non resta nessuno della sua famiglia – disse D-o al patriarca – sarà chiamato senza padre, senza madre e senza famiglia; e non avrà né giorno d’inizio né fine di vita; e poiché è piaciuto a D-o, resterà sacerdote per sempre”».

Atanasio, citato da Marcel Simon, “Melchisedec dans la polemique entre juifs et chrétiens et dans la legende”, in Revue d’histoire et de philosophie religieuse, 1937. Pubblicazione della Facoltà di teologia di Strasburgo (Parigi, F. Alcan editore).

UNA CURIOSA STORIELLA SU MELKIZEDEK
UNA CURIOSA STORIELLA SU MELKIZEDEK

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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