di Giuliano Noci
Il 2023 lo chiudiamo con una consapevolezza. La leadership globale a stelle e strisce non è solo offuscata. È storia. In fondo ogni 100 anni la storia ci ha consegnato un cambio di testimone nella guida del pianeta. La complessità del contesto, che di volta in volta si manifesta secondo direttrici differenti, crea infatti alla super potenza del momento condizioni di difficile gestione e i presupposti per un progressivo abbandono dello scettro. Nel diciannovesimo secolo la leadership francese ha consegnato il testimone agli inglesi. La prima guerra mondiale ha creato i presupposti per l’ascesa dell’impero americano, che ha trovato la sua piena legittimazione dopo il 1945 nell’obiettivo di contenimento del blocco comunista (la cosiddetta Guerra Fredda). Oggi siamo nel pieno di una trasformazione, che rischia di essere più articolata delle precedenti. Tutto inizia nel 1989 con il crollo del muro di Berlino: l’episodio forse più simbolico della vittoria del mondo occidentale nei confronti del totalitarismo comunista. Eppure proprio questo evento ha creato i presupposti dell’attuale disordine mondiale. Gli Usa hanno infatti interpretato nel modo sbagliato il loro ruolo, ritenendosi la “nazione indispensabile”, garante di crescita della prosperità mondiale grazie all’esportazione del proprio sistema di valori (democratici) e allo sviluppo di dinamiche commerciali senza restrizioni.

