a cura dell’associazione internazionale SOL COSMICUS
di Cristina Campo
“La sorte meravigliosa va a colui che senza speranza si affida all’insperabile. Sperare e affidarsi sono cose diverse. Chi ripete ciecamente, ostinatamente «speriamo» non si affida: spera solo, realmente, in un colpo di fortuna, nel gioco momentaneamente propizio della legge di necessità. Chi si affida non conta su eventi particolari perché è certo di un’economia che racchiude tutti gli eventi e ne supera il significato come l’arazzo, il tappeto simbolico supera i fiori e gli animali che lo compongono.
Vince nella fiaba il folle che ragiona a rovescio, capovolge le maschere, discerne nella trama il filo segreto, nella melodia l’inspiegabile gioco d’echi; che si muove con estatica precisione nel labirinto di formule, numeri, antifone, rituali comune ai vangeli, alla fiaba, alla poesia. Crede costui, come il santo, al cammino sulle acque, alle mura traversate da uno spirito ardente. Crede, come il poeta, alla parola: crea dunque con essa, ne trae concreti prodigi. Et in Deo meo transgrediar murum.
La lunga fedeltà del folle, da ascetica e mistica, diventa alla fine apostolica. Al termine della sua discesa agli Inferi, della sua salita al Carmelo, lo attende la misura traboccante, il mondo per soprammercato. Non soltanto l’oggetto del suo impossibile amore ma tutti quelli a cui seppe rinunciare per esso. Non soltanto la sua vita che non volle salvare ma le vite di tutti quelli che ebbero parte – buona o cattiva – alla santa avventura. Il bosco disincantato si anima di figure. Terra nuova, cieli nuovi intorno a uno spirito trasformato” (Cristina Campo)

