di Giuseppe Aiello
“Preparate, contro di loro, tutte le forze che potrete [raccogliere] e i cavalli addestrati per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro e altri ancora che voi non conoscete, ma che Allah conosce. Tutto quello che spenderete per la causa di Allah vi sarà restituito e non sarete danneggiati (Corano 8, 60).
Analizzando questo versetto, quasi sempre ci si sofferma solo sul suo significato più esteriore, comunitario, politico-militare se vogliamo, del jihad asghar (sforzo minore), secondo cui i musulmani per dissuadere e financo terririzzare i nemici per evitare che essi li attacchino, devono prepararsi nel migliore modo possibile.
Ovviamente ciò è vero. Ma vi è anche l’aspetto interiore, individuale, del jihad akbar (sforzo maggiore), secondo cui l’individuo deve rafforzare le proprie difese spirituali per respingere e terrorizzare i nemici della sua anima. In particolare, nel versetto vengono menzionati i cavalli, quali simbolo di forza militare ecc…ma a livello interiore i cavalli sono le forze e le energie del nostro essere.
Ad esempio, nel mito della biga alata, tramandato da Platone, ci sono due cavalli – uno bianco che rappresenta l’anima spirituale, e uno nero che rappresenta l’anima sensibile, legata alla materialità – e l’auriga, che guida il cocchio al quale i due animali sono imbrigliati…

