PLATONE E LA GNOSI CRISTIANA

di Alexander Malato Palermo

COME SALTA FUORI QUESTO DEMIURGO MALVAGIO?

Nel dialogo del “Timeo”, Platone introduce il Demiurgo come l’artefice dell’universo, una figura benevola che organizza il caos preesistente in un ordine armonico, utilizzando le forme eterne e perfette come modello. Il Demiurgo di Platone, nella sua immagine mitica ( il che significa che non era un dogma o un credo ma un Mito, un mezzo allegorico ed anagogico per fare passare la conoscenza filosofica) sembra avere due Volti, uno che guarda al Mondo delle Idee Iperuranico da cui prende le Forme, e uno volto alla Materia, assolutamente non inerentemente malvagia, per ‘informarla’ con il suo sguardo Cosmificatore. Per Platone, la materia non è inerentemente male; è semplicemente meno perfetta rispetto al mondo delle idee, ma è plasmata dal Demiurgo, Bonus Creator, nel miglior modo possibile data la sua natura. Il Demiurgo, quindi, è visto come una forza positiva, che agisce con sapienza e benevolenza per strutturare l’universo.

INSOMMA COME CI E’ ARRIVATO UN DEMIURGO MALVAGIO TRA I PIEDI? DONDE IL PASTICCIO? E QUALI I PASTICCIERI?

l viaggio del Demiurgo, da Architetto Celestiale a Burattinaio delle Ombre, è una saga che solletica l’immaginazione tanto quanto potrebbe confondere lo spirito. Come gia’ detto, partiamo da Platone, il nostro caro filosofo che, con la sua abituale leggerezza, ci presenta un Demiurgo che è tutto tranne che un buontempone: un Artigiano Divino, ispirato da una specie di ottimismo cosmico, che plasma l’universo con un sorriso serafico sulle labbra, presumibilmente. Benevolo, saggio, e tutto sommato, un tipo a posto. Ma la materia, ah, la materia! Non è il cattivo della storia, ci assicura Platone, solo tremendamente… imperfetta.

ALESSANDRIA, GIOIA E DOLORE DELLA SAPIENZA ANTICA

Avanziamo di qualche secolo, e ci ritroviamo ad Alessandria d’Egitto, un vero crogiuolo di culture, dove alcuni ebrei intellettuali, evidentemente annoiati dal monotono paesaggio desertico, decidono di dare una svolta al plot. Il Demiurgo, forse stanco del suo ruolo di buon samaritano, o forse solo mal interpretato da una comunità con un gusto per il dramma, diventa improvvisamente l’antagonista: un creatore non più benevolo ma decisamente più sfaccettato, con una predilezione per il caos e la compagnia di esseri alquanto inquietanti.

Questi rivisitatori della mitologia, con un flair per il teatrale, non si fermano qui. Devono giustificare, dopotutto, l’evoluzione del testo sacro e la trasformazione del loro enoteismo eloistico in un esclusivismo yahwistico che avrebbe fatto arrossire i più conservatori tra loro. Come? Incolpando il povero Demiurgo, trasformandolo in un despota cosmico, una mossa che potrebbe far pensare a una crisi di identità divina piuttosto che a una genuina rivelazione teologica. E poi c’è Gesù, che, secondo alcuni, potrebbe aver trascorso i suoi anni formativi tra questi ebrei alessandrini, assorbendo idee che avrebbero fatto inorridire i più ortodossi. Immaginate” il figlio di Dio”, cresciuto a pane e gnosticismo, a meditare sul destino di un universo creato da un demiurgo con un complesso di inferiorità. La figura di Gesu’ di Nazareth e’ molto complessa e se andiamo sugli apocrifi questo mio giuggiolare leggero riceve qualche inquietante conferma.

In conclusione, il nostro viaggio dal Demiurgo platonico a quello dei primi cristiani gnostici è una testimonianza vivente di come le idee possano evolversi, o degenerare, a seconda della prospettiva. Dalla nobiltà del creatore al tiranno delle tenebre. Resta da capire perche’ sia tornato cosi’ bene alla ribalta nella storia a piu’ mandate e particolarmente OGGI.

THE ARCHON STRIKES BACK – URIZEN E WILLIAM BLAKE TORNA ALLA GRANDE

Urizen, tessitore di catene nel cosmo dell’anima, architetto di un ordine freddo e immobile, regna sovrano nel suo regno di ragione assoluta, dove la luce dell’immaginazione si spegne sotto il peso dei suoi editti di pietra. Custode di un sapere che confina con la follia, la sua mente, un labirinto di leggi incise, diviene prigione per le ali della libertà. In questo santuario di controllo oppressivo, il suo cuore, un orologio senza tempo, batte al ritmo di un universo che ha dimenticato il canto del caos creativo. Urizen, nella sua ossessione di dominare ogni sfumatura dell’essere, si rivela folle custode di un ordine che soffoca il respiro dell’infinito, un tiranno che, nel tentativo di abbracciare l’eternità, si è perso nei meandri oscuri della sua stessa creazione. Questo vecchio furfante cosmico, ha fatto un clamoroso ritorno sulla scena, non che sia mai davvero sparito. In questi tempi moderni, caratterizzati da una diffidenza collettiva verso praticamente tutto, dalla politica al vicino che ti sorride un po’ troppo spesso, il nostro amico Demiurgo ha trovato terreno fertile per una rinascita gloriosa. Grazie alla società digitale, dove ogni teoria, per quanto bislacca, trova casa e sostenitori, il Demiurgo Malevolo è diventato la nuova rockstar del complottismo cosmico.

Non più relegato ai tomi polverosi di gnosticismo per iniziati, ora si aggira audacemente tra post di Facebook e thread di Twitter, spalla a spalla con alieni rettili (che, a quanto pare, gestiscono la nostra società in segreto), massoni (sempre loro, poveretti, non hanno un attimo di pace) e, perché no, congiure interplanetarie che farebbero impallidire persino i più creativi sceneggiatori di Hollywood. In questo circo dell’assurdo, il Demiurgo non è più solo un’entità mitologica che manipola il cosmo per i suoi loschi fini; è diventato il padrino spirituale di ogni teoria complottista che si rispetti.

Il bello è che, in un’epoca segnata dal pessimismo e da una quasi commovente sete di risposte, l’idea di un demiurgo che tira le fila di un universo fondamentalmente fallato è stranamente confortante. È come dire: “Vedi? Non è colpa tua se tutto sembra andare storto. C’è un tizio in qualche dimensione extracosmica che ha fatto pasticci ben prima che tu arrivassi”. E così, tra un meme e un video su YouTube che “svela la verità”, il Demiurgo Malevolo si assicura un posto d’onore nell’An ti-Olimpo delle astrusità moderne, un testimone silenzioso (e forse un po’ divertito) del nostro eterno bisogno di trovare un colpevole a cui appioppare le responsabilità del caos del mondo.

DISCLAIMER: Nel percorso di esplorazione delle varie interpretazioni del Demiurgo, dalla visione platonica a quelle gnostico-ebraico-cristiane, mi sono avventurato attraverso un territorio ricco di simbolismo e significati profondi. È importante sottolineare, con serietà e rispetto per la tradizione, che non escludo l’esistenza di Potenze dell’Errore o forze adharmiche che possano operare in opposizione al processo diabatico della spiritualità. Queste entità, ostili alla Verità e alla Luce, potrebbero benissimo esistere non solo nel nostro mondo ma anche in altri, agendo come rallentatori o “signori dell’inerzia” spirituale in un contesto universale ciclico, ma fondamentalmente orientato all’ascesi e alla riUnificazione. La mia intenzione non è mai stata quella di negare o minimizzare la possibilità che tali forze operino nel tessuto stesso della nostra realtà. Riconosco che, nel grande dramma cosmico, potrebbero esistere antagonisti che si oppongono al fluire dell’evoluzione spirituale, sia individualmente che collettivamente. La discussione sul Demiurgo e le sue varie interpretazioni cerca di illuminare le differenze tra la dottrina Tradizionale Platonica e le sue distorsioni successive, senza tuttavia negare che, al di là di queste narrazioni, possano esistere dinamiche spirituali complesse e sfumate.

PLATONE E LA GNOSI CRISTIANA
PLATONE E LA GNOSI CRISTIANA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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