IL MINIMO E IL MASSIMO DELLA PREGHIERA

di Franco Giovi

La preghiera: farla breve, farla semplice, farla sincera. Il minimo è il massimo.

Nelle Istituzioni di Cassiano viene detto come «sia meglio pronunciare preghiere brevi e ripeterle più spesso» e «dobbiamo pregare spesso, ma per poco tempo, affinché il Nemico non trovi nella lunghezza una occasione per distrarci».

Santa Teresa amava elevarsi al Divino con «Misericordias Domini in aeternum cantabo». Macario diceva: «Signore, abbi pietà di noi, come tu vuoi e come tu sai» e quando l’anima è angustiata basta: «Aiutami».

Come si vede siamo sul breve. Non deve importarci di chi accoglie la preghiera o come indirizzarla: è tutto il Mondo spirituale che provvede ad immetterla nel dharma universale.

La preghiera è un fiducioso e positivo abbandono nelle mani dello Spirito e un atteggiamento diverso dell’anima la renderebbe inutile e inascoltata. Però la preghiera migliore è un silenzioso slancio dal cuore verso lo Spirito nella lampeggiante certezza che Esso risponda.

In un attimo ci si lanci con l’anima e il cuore, e Lui si protende ad afferrare tutto l’orante. In un certo senso non nulla va “fatto” se non affidarsi al Divino. Però anche la preghiera, mi si perdoni le parole, non è una cosa da poco quasi uno scherzo.

Se essa è soltanto una sorta di elaborato mentale, è niente. Se è solo una tensione personale (egoica), può diventare pericolosa. Meyrink fa dire ad un saggio che la preghiera è una freccia scagliata nell’orecchio di Dio, ma se essa cade prima di giungervi, viene raccolta dagli esseri dell’Abisso.

Inoltre andrebbe praticata a mani giunte: è da esse che s’innalza una fiamma che giunge ai Cieli.

Termino con una precisazione. Concentrazione o meditazione conducono alla contemplazione. La contemplazione ci conduce nel mondo dello Spirito nel quale l’anima si dispone come nella preghiera.

Progressivamente, come dice Scaligero, «tutta la vita è una continua, profonda preghiera», sia che si mediti o che si preghi. Comunque ognuno è giusto che operi secondo il suo profilo interiore.

IL MINIMO E IL MASSIMO DELLA PREGHIERA
IL MINIMO E IL MASSIMO DELLA PREGHIERA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

Lascia un commento