LA CONOSCENZA DELLA MADRE DIVINA

di Gianluca Marletta

In tutte le Tradizioni esiste la conoscenza della Madre Divina: la manifestazione femminile della Divinità. Nella Tradizione Indù, la più completa perché la più antica e quindi adatta alle anime più spirituali degli uomini arcaici, la Madre Divina si manifesta soprattutto in tre forme: la Dea Bianca, luminosa e purissima, e la Dea Nera (Kali) – il nero non ha nulla a che vedere con gli stati inferi ma con la “ricettività” del Femminile (la Grotta che è anche Utero).

Kali è invece la terribile, perché guerriera e priva di pietà contro i nemici del bene e i demoni. Il nome della dea non ha nulla a che vedere con il Kali Yuga (l’attuale Età Oscura). Infine c’è la Dea Rossa: si tratta della Dea d’Amore e di unione tra il principio maschile e femminile. Se quest’Amore è puro il Rosso può virare sul Rosa, se è sensuale può essere un Rosso acceso o più scuro.

Nei Monoteismi occidentali (Ebraismo, Cristianesimo e Islam), la Madre Divina è soprattutto manifestata nella Vergine Maria, la purissima e “bianca”. Nell’Ebraismo potremmo identificarla con la Shekinah (nome femminile), la Presenza Divina che nella mistica giudaica appare come una meravigliosa e benefica figura femminile. Non a caso, il Nome Divino “Rehém/Rahìm” significa in arabo-ebraico “misericordia” ma anche “utero”. Nell’Islam, c’è Fatima “al Zahara” (la Splendente). Al tempo stesso, nel Cristianesimo, vi sono innumerevoli raffigurazioni della Vergine come “nera” – il nero rappresenta la ricettività femminile, la notte, Layla, non certo la dimensione infernale – e, qualcuno potrebbe rimanere basito, la stessa Vergine è invocata come guerriera e “terribile quale esercito schierato in battaglia”.

L’aspetto “amoroso” è invece meno presente nei Monoteismi – forse perché queste religioni sono destinate agli uomini ultimi e quindi più “passionali” e tale elemento sarebbe potuto risultare pericoloso: e tuttavia, figure come la Beatrice dantesca e la Donna dei cavalieri rappresentano proprio questo principio in senso superiore. Eva, invece, può essere intesa come la manifestazione “discendente” e più grossolana del Femminile.

Ancora una volta, si dimostra come il linguaggio dello Spirito sia universale, al di là delle forme e dei nomi che noi utilizziamo.

LA CONOSCENZA DELLA MADRE DIVINA
LA CONOSCENZA DELLA MADRE DIVINA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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