di Filippo Goti
Si comprenda come la consacrazione del tempio altro non sia che un solenne rito di bando a cui segue l’insediamento della potenza o dell’influenza di cui il teurgo è catalizzatore e successivamente canalizzatore. Ecco spiegata altresì la presenza di particolari lumi – riconoscibili per forma e dimensione e per solitaria collocazione – nell’area del tempio o durante date operazioni; essi sono a simbolo, onore ed intercessione – in guisa della particolare prospettiva del rituale e dell’operatore – di quelle intelligenze che veglieranno sui lavori tutti, siano esse di un Maestro Passato, della catena della fratellanza o Intelligenza non umana . Questi lumi dovranno essere posti su di uno spazio a loro esclusivamente riservato, dovranno avere dei supporti riconoscibili che impediranno loro di toccar la superficie (questi supporti o piedistalli o candelabri saranno di metallo per agevolare il flusso energetico) e saranno di forma massiccia e superiore a quella di ogni altro lume presente nel tempio, a simboleggiare la possanza e la potenza dell’intelligenza protettrice).
Dobbiamo comprendere come la consacrazione del tempio sia l’operazione che investe quella particola di spazio enucleato dal mondo quaternario: uno spazio raccolto in un perimetro – o circonferenza – per propria necessaria vocazione chiuso. Quindi ogni rito dovrà porre massima attenzione agli angoli da cui idealmente e magicamente si irradiano i segmenti che raccolgono il nostro spazio d’opera; questi angoli, o vertici, sono i punti di contatto fra il nostro piano d’azione sacerdotale, il piano quaternario e il piano di interferenza delle forze prevaricatrici. Queste criticità dovranno essere “presidiate” e osservate con estrema attenzione; possiamo affermare che il vero senso del rituale di bando sia portare la rettificazione in questi interstizi. A tal proposito riporto una preghiera degli Eletti Cohen:
“lo ti consacro, angolo puro, per essere il portico spirituale del Grande Oriente, con una parola e con la potenza dei terribili vocaboli divini (potranno essere nominate le cinque lettere pentagrammatiche), di cui l’Eterno si servì per consegnare e fissare ogni essere creato in ordine, virtù e potenza, per la durata dei tempi e che egli ha prescritto per agire secondo la sua volontà. Io consacro e consegno (nome della potenza tutelare), in quest’angolo (nome dell’angolo), per essere principalmente i miei garanti su tutti gli avvenimenti buoni, cattivi, equivoci ed ingannevoli che potrebbero sopravvenire per o contro la purezza del mio lavoro, che consacro essere fatto spiritualmente buono ed a gradimento dell’Eterno. Amen. “

