a cura di Melissa Costanzi
«Chi vede in me tutte le cose e tutte le cose in me, per costui io non sono perduto, per me egli non è perduto. Lo yogin che mi onora come presente in tutti gli esseri e si rifugia in questa unità, questi è sempre in me, in qualsiasi stato si trovi.»
(Bhagavadgītā, VI, 30-1. Traduzione di Raniero Gnoli, in Op. cit., pag. 806)

