di Luca Rudra Vincenzini
Nel Buddhismo Mahāyāna indiano nasce la figura del Bodhisattva, come passo intermedio tra l’Arhat ed il Buddha. L’Arhat accede ad un nirvāṇa transitorio, non definitivo, corruttibile e non possiede, a differenza dei Buddha, l’onniscienza. Il Bodhisattva, dotato di un taglio morale e compassionevole di spessore eroico, pospone la sua entrata nel nirvāṇa per aiutare gli esseri viventi. È in questa prospettiva che viene ideato un cammino lunghissimo all’illuminazione, cosa che verrà contestata dal Buddhismo Chan (prossimi posts), cammino strutturato, vita dopo vita, sull’impalcatura del sambhāramārga, il sentiero dell’accumulo dei meriti.
Senza azioni nitidamente altruiste, votate al dharma, non c’è evoluzione…

