di Monaco Guerriero
L’Uovo Cosmico è uno dei simboli più importanti della mitologia comparata, esistente in numerosi miti della creazione attraverso diverse tradizioni culturali. Sebbene non sia menzionato nella Teogonia di Esiodo, l’uovo è una caratteristica distinta nella cosmogonia della tradizione orfica dell’antica Grecia. Si credeva che l’Uovo Orfico, dal nome di Orfeo, il mitico poeta e fondatore dei Misteri Orfici, fosse la prima scintilla da cui fu creato l’universo.
“L’uovo è un germe di vita dall’alto significato simbolico. Non è solo un simbolo cosmogonico, è anche “filosofico”. Come il primo è l’Uovo Orfico, l’inizio del mondo; come quest’ultimo, l’uovo filosofico dei filosofi naturali medievali, il vaso da cui, alla fine dell’opus alchymicum, emerge l’homunculus… l’uomo spirituale, interiore e completo”.
– C. G. Jung, Archetipi dell’inconscio collettivo
Secondo l’Orfismo, all’inizio c’era solo l’oscurità, e non esisteva nulla tranne due serpenti alati, Chronos (la personificazione del tempo) e Ananke (la personificazione dell’inevitabilità e della necessità), che insieme produssero l’Uovo Cosmico. Uno dei serpenti si avvolse quindi attorno all’uovo sinché non si schiuse la divinità ermafrodita Phanes, dalle ali dorate e illuminata, chiamata anche Protogonus che si traduce in “primogenito”. Phanes creò il cielo dalla metà superiore del guscio e la terra dalla metà inferiore, assegnando al mondo la posizione del sole, della luna e delle stelle, e producendo da sé tutti gli altri Dei. È rappresentativo del Sole, “[portando] luce nell’oscurità e ordine fuori dal caos”. (Joscelyn, I misteri orfici, p.25)
“L’antico simbolo dei Misteri Orfici era l’uovo avvolto dal serpente, che significava il Cosmo circondato dall’ardente Spirito Creativo. L’uovo rappresenta anche l’anima del filosofo; il serpente, i Misteri. Al momento dell’iniziazione, il guscio si rompe e l’uomo emerge dallo stato embrionale dell’esistenza fisica in cui era rimasto durante il periodo fetale della rigenerazione filosofica”.
– Manly P. Hall
Jung, che studiò e scrisse sull’orfismo nella sua opera Trasformazione e simboli della libido, sarebbe poi arrivato a incorporare questo apprendimento nel suo sforzo rituale per far rivivere il dio orfico Phanes, portando nella coscienza secolare un’immagine rinnovata di Dio. Attraverso la sua esplorazione del confronto dell’ego umano con la modernità scientifica, come dettagliato nel Libro Rosso, Jung arriva a vedere Phanes come la luce di una nuova coscienza e una splendente fonte di energia spirituale.

