I MUSULMANI IN UNA SOCIETÀ NON ISLAMICA

a cura di Giuseppe Aiello

AVEMPACE (IBN BAJJA) E il “REGIME DEL SOLITARIO”

Nell’ambito della filosofia islamica, il kazako Al-Farabi, sulla scia di Platone e della sua Repubblica, nella “Città Perfetta” (Madina al-Fadila), delineava le caratteristiche e l’organizzazione della Comunità islamica fondata sulla shariah. Ma ovviamente i musulmani possono ritrovarsi a vivere in “Città ignoranti” (come le definiva Farabi), come i musulmani che oggi si ritrovano a vivere in Occidente.

Che fare quindi in questo caso?

Risponde un altro grande filosofo musulmano, lo spagnolo Avempace (Ibn Bajja), per il quale i musulmani in una società non islamica sono “stranieri”, dei “solitari”, poiché essi

«anche se si trovano nella loro patria, fra i rispettivi compagni e conterranei, sono stranieri per le idee, per aver viaggiato con la mente verso altri livelli [di realtà] che sono per loro come i [veri] luoghi d’origine…».

Qual è dunque il loro compito? Cosa devono fare?

Essi, dice Avempace/Ibn Bajja, devono essere come “nawabi”, ossia “piante”, perché come la presenza di piante “selvatiche”, ossia miscredenti o ipocrite, corrompe la Città Perfetta, la situazione in questo caso si capovolge, e le piante coltivate e accudite – i musulmani – mettendo radici profonde, migliorano la Città ignorante e la fanno progredire. E ad esse Ibn Bajja consiglia quanto segue:

« Perciò [quando si trova a vivere] in taluni tipi di vita [associata], il solitario deve allontanarsi dalla gente [corrotta e miscredente] per quanto gli è possibile e non accompagnarsi ad essi se non nelle cose necessarie e nella misura in cui non può farne a meno». (Avempace, “Il regime del solitario”).

È vero che i musulmani vengono spesso accusati di “non integrarsi”, ma essi hanno la grande responsabilità di testimoniare dei principi e dei valori, e cercare di essere appunto “piante” che producono “semi” che inshallah fioriranno e potranno rendere migliore questa stessa società che oggi sentiamo molto distante.

ps: “ignoranti” si intende non fondate sulle leggi divine; “miscredenti” sono coloro che “coprono” (ingl. “cover”, arabo “k-f-r)”, la Verità e la combattono, non i credenti cristiani, ebrei ecc.

I MUSULMANI IN UNA SOCIETÀ NON ISLAMICA
I MUSULMANI IN UNA SOCIETÀ NON ISLAMICA

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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