di Luca Rudra Vincenzini
Quando si ha a che fare con i cammini sapienziali gli insegnamenti sono detti e ridetti, visti e rivisti, letti e riletti, poi all’improvviso irrompe una scintilla, un’immersione (samāveśa):”in un’ottica non-duale, nirvāṇa e saṃsāra sono la stessa cosa”. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase?
“Nirvāṇa e saṃsāra non esistono separatamente. Il nirvāṇa può essere definito come la perfetta conoscenza del saṃsāra”, Raniero Gnoli nel suo commento a Nāropā.
Se conosco un qualcosa e lo comprendo nella sua intima natura, quel qualcosa smette di innescare potenzialmente sempre una reazione tossica, ergo il nirvāṇa è il non vivere il saṃsāra come un veleno. Se si accettano le regole di un gioco, allora, si deve giocare, ma se si comprendono sino in fondo, si realizza che il gioco siamo noi…

