DIO E’ SOLO QUELLO CHE VEDO DALLA FINESTRA DI CASA MIA?

di Gianluca Marletta

Molti individui, anche di vasta cultura, sono fermamente convinti che Dio – qualunque sia il senso che vogliamo dare a questo termine – sia essenzialmente “comprensibile” a partire dagli schemi di una determinata filosofia o teologia. Il termine “comprendere” é significativo: “prendere con” vuol dire che un determinato sistema di pensiero, una determinata appartenenza confessionale o una certa prospettiva “avvolge” totalmente il proprio oggetto, così come potremmo avvolgere con le nostre braccia un bambino o un gattino.

Questo atteggiamento é particolarmente evidente (ma non solo) in una certa teologia tardo-aristotelica occidentale: io ho compreso di Dio (o credo di aver compreso) gli elementi X, Y, Z e se c’é qualcosa che apparentemente contraddice o non è comprensibile all’interno di questo schemino è necessariamente sbagliato perché violerebbe il “principio di non contraddizione”.

Questo atteggiamento è certamente comprensibile ed è anche passabilmente umano, perché rassicura, e non c’é nulla di male in sé che alcuni individui lo considerino l’unico approccio possibile alla Conoscenza, ma nei fatti è terribilmente limitato e, passatemi il termine, anche un po’ ridicolo. Di fatto, è lo stesso atteggiamento che un certo razionalismo materialista, nelle sue forme più grette, applica alla realtà su un piano più limitato (tutto quello che entra nel mio laboratorio non esiste o non mi interessa!)

Di fatto, al netto di tutte le paure umane, negare che la Divinità possa manifestarsi in forme diverse e possa essere percepita da prospettive molto diverse è una pura assurdità. Persino la nostra semplice esistenza individuale ci mostra come prospettive differenti (e persino opposte) non siano affatto “in contraddizione”.

Un determinato individuo di nome Gianluca M. – tanto per fare un esempio – avrà sicuramente un diverso tipo di approccio – si “manifesterà” in forse diverse – con la moglie, la figlia, i figli, gli amici, i colleghi di scuola e il barista che gli prepara il caffè la mattina. Ognuno di questi altri individui può ben dire di conoscere Gianluca M., ma sarebbe non solo assurdo ma anche folle, ingiusto e persino orribile che Gianluca manifesti le stesse “qualità” con la moglie, la figlia, gli amici o il barista. Per essere ancora più espliciti: che la moglie o il barista di Gianluca abbiano due conoscenze diversissime e due approcci divergenti (oltre che un’intimità del tutto differente) con il tal Gianluca non implica la negazione di “alcun principio di non contraddizione”.

E’ possibile, legittimo e auspicabile che ognuno di questi individui possa dire che il suo rapporto con Gianluca sia “unico”, positivo, appagante e costruttivo, ma al tempo stesso, é impossibile che ognuno di questi individui, foss’anche i più prossimi, abbiano davvero una visione e una conoscenza totale e perfetta del signor Gianluca M. …e se questo vale per un semplice individuo umano, figuriamoci per la Divinità.

Un detto cinese afferma che il Cielo è quello che vedo dalla finestra di casa mia, ma che è ridicolo immaginare che dalla mia finestra si veda tutto il Cielo. Per onestà intellettuale, ognuno dovrebbe approfondire lo spicchio di Cielo che vede sperando un giorno di poterlo vedere tutto… però dovrebbe evitare, a mio parere, di oltraggiare chi ha semplicemente una finestra aperta da un’altra parte. Tutto questo, con buona pace del barista che prepara il caffè la mattina al signor Gianluca, che ha anche una certa confidenza con lui perchè ci parla di calcio (cosa impossibile da fare con la moglie di Gianluca che non sa nemmeno cos’é un rigore o un corner), ma che cionondimeno la sera non dorme nello stesso letto di Gianluca (e per fortuna, aggiungerei).

Poi, per carità, ognuno faccia quello che crede…

DIO E' SOLO QUELLO CHE VEDO DALLA FINESTRA DI CASA MIA?
DIO E’ SOLO QUELLO CHE VEDO DALLA FINESTRA DI CASA MIA?

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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