di Francesco Ferla
Vi introduco alla superba geometria islamica.
E al loro concetto di tensione verso l’infinito.
Operazione intellettuale elevatissima.
Si parte dal cerchio, generatore di ogni forma.
Il cerchio genera un quadrato, che ha 4 vertici.
Il quadrato viene ruotato, e si ottiene una stella a 8 punte.
La stella a 8 punte, il Rub’ al-Hizb, è importantissima, e la troviamo in tutta la decorazione islamica in Sicilia (Cappella Palatina) e in Spagna. Rappresenta la schematizzazione dell’infinito.
E’ un concetto condiviso con il Cristianesimo che lo esalta nell’ottagono.
Con ulteriore processo, si genera una stella a 16 punte, e ad una divisione sempre piu’ fitta, rappresentata dalla struttura a muqarnas, ovvero a stalattiti.
Il reticolo è una progressione sempre piu’ complessa di queste divisioni.
In ambiente di modellazione tridimensionale 3D, corrisponde concettualmente alla poligonalizzazione che creiamo modificando le mesh.
In questa finezza di progressione e divisione fino all’infinito, gli islamici generano, al centro della volta a muqarnas una sorta di “buco nero”, cioè la volumetria comincia a implodere e a contrarsi.
E’ un punto in cui la potenza e’ tale che la geometria si smaterializza e viene assorbita e sublimata.
Nel cristianesimo tendiamo a mettere luce, al centro, nelle cupole; nell’islam tendono a incrementare la complessità geometrica, in quel punto.
La volta quindi otticamente prima si espande leggermente verso il basso, e ad un certo punto si ritrae verso l’alto.
Espansione e contrazione, e poi ciclicamente riespansione e ricontrazione.
Siamo alla matematica pura.
Bellezza assoluta.
Siamo in Spagna, all’Alhambra, e questa è la Sala delle Due Sorelle

