di Giada Aghi
Recentemente, qualcuno ha interpretato le foto che condivido con donne immerse nella natura come un richiamo alle “Streghe”, immaginando che il mio lavoro ruoti attorno a questo. Vorrei cogliere l’occasione per chiarire il significato più profondo dietro queste immagini e riflettere su ciò che esse rappresentano veramente.
Queste foto non sono un’ode alla figura della “strega” come intesa nel senso comune, ma piuttosto un omaggio alla nostra energia ed essenza più pura. Rappresentano il contatto profondo con il nostro essere, con le nostre emozioni e con Madre Terra. Sono un invito a ritrovare la connessione perduta con la natura, che è specchio e riflesso della nostra interiorità.
Etichettare tutto questo con la parola “strega” è, purtroppo, il sintomo di una visione distorta e limitante, che ancora una volta fraintende l’archetipo della strega. In passato, questa figura è stata demonizzata e associata a qualcosa di negativo, mentre in realtà rappresenta la saggezza, la connessione con i cicli della natura (il nostro sangue, i nostri ritmi), e la capacità di trasformare e guarire. L’essere umano moderno, purtroppo, ha perso la bussola e ha smarrito il contatto con la propria essenza più autentica, preferendo spesso etichettare ciò che non comprende.
Quello che cerco di condividere non è magia nel senso banale del termine, tra ritualini e incantesimi, ma un invito a riscoprire la magia che già esiste in ognuno di noi: la magia del vivere in armonia con la natura, con noi stessi, con le nostre emozioni e con gli altri. È un ritorno a ciò che siamo veramente, al di là di ogni etichetta o pregiudizio.
Molti dei malesseri psicologici e fisici che affliggono la società moderna derivano proprio dalla perdita di contatto con noi stessi, con il nostro profondo e con le nostre emozioni. Quando ci allontaniamo dalla nostra natura interiore, perdiamo anche la connessione con quella divinità profonda che è fondamentale per il nostro benessere. Ritrovare questa connessione, ascoltare la nostra voce interiore, non sono solo un atto di guarigione personale, ma un passo essenziale verso una vita più equilibrata e autentica.
In un mondo che ci spinge a pensare solo al lavoro, ai soldi, e alle responsabilità, rischiamo di ammalarci perché viviamo in modo superficiale. La vera cura non si trova solo nella bellezza esteriore o nell’esercizio fisico, ma nel prendersi cura del proprio spirito, della mente, delle proprie emozioni, e del legame con ciò che ci circonda. Pensare a noi stessi significa andare oltre l’apparenza e riscoprire la profondità del nostro essere, coltivando un benessere che nasce da dentro. La maggior parte delle persone non ha nemmeno ben chiaro il loro scopo di vita…
Infine, desidero ringraziare sinceramente chi ha sollevato queste domande, perché mi ha dato l’opportunità di specificare meglio il messaggio che desidero trasmettere.
Che questo sia un invito a guardare oltre le apparenze e a ritrovare la nostra vera essenza, in connessione con tutto ciò che ci circonda.

