di Luca Rudra Vincenzini
“Śūnya-bhāvanāt parayā śūnyayā śaktyā”,”attraverso la suprema energia del vuoto (parayā śūnyayā śaktyā) si invera il vuoto (śūnya-bhāvanāt)”, Vijñānabhairavatantram.
Quando scendi profondamente in meditazione, nel retro della coscienza, dietro i pensieri passeggeri che ballano sul palcoscenico, passa lenta la nuvola del vuoto: timida, calma, delicata, sottile. Se la fai passare potrebbe non tornare in quella sessione. Tu, allora senza troppo sforzo, agganciala con il rampino dell’attenzione. Facendo attenzione a non dare nell’occhio, senza che il chiacchiericcio mentale se ne accorga. Poi, piano piano, ad ogni respiro, accorcia quella corda ed avvolgiti con la morbida nuvola del vuoto. Appena sei stato/a ricoperto interamente, i suoni si ovattano ed il chiacchiericcio si fa sempre più lontano. Non rimane che stare lì e rigenerare le fibre, finché non ci sia più nessuno da cui parta il fuoco dell’attenzione. Solo coscienza che osserva il silenzio.

