di Davide Guerra
Carola Rackete, l’ex capitana della Sea-Watch, ora europarlamentare di Linke, dichiara che “Essere di sinistra vuol dire essere solidali con i popoli oppressi ed essere contro le dittature, che si tratti di Russia, Venezuela o Siria. Bisogna stare con questi popoli e ascoltare le loro esigenze. Io lβho fatto con gli ucraini, con i movimenti progressisti del Paese: sono loro a dirci quanto sia importante ricevere le armi per difendersi. Per questo ho votato a favore della risoluzione e per questo motivo bisogna fornire armi all’Ucraina per attaccare sul territorio russo”.
La pretesa di Rackete di dare patenti su cosa significhi essere di sinistra Γ¨ un insulto a chi lotta per l’emancipazione dei popoli oppressi e contro l’imperialismo. La vera sinistra non puΓ² che essere dalla parte della pace e dell’antimperialismo, dalla parte dei popoli oppressi e non certo sostenendo l’invio di armi e l’espansione del conflitto.
Le parole della paladina delle ONG mostrano chiaramente che la sua “sinistra” Γ¨ subalterna al capitale, pronta a tradire i principi di giustizia e pace per favorire i profitti delle multinazionali delle armi. Carola Rackete rappresenta tutto ciΓ² che la sinistra dovrebbe combattere, Γ¨ una serva del capitale, e il suo ruolo oggi in Europa non Γ¨ altro che un ulteriore tradimento dei valori autentici del movimento operaio.

