a cura di Hanieh Tarkian
…il fine della gnosi e lo stadio cui l’essere umano deve arrivare è quello in cui si vede come un raggio della luce divina e non considera nessuna indipendenza per se stesso. La realtà della via verso Dio è negare la propria indipendenza e quella delle altre creature, questo credo dev’essere anche messo in pratica e consiste nel riconoscere solo Iddio come l’Unico degno di adorazione e obbedienza. Tuttavia quando osserviamo la nostra vita, notiamo come invece “crediamo” in molte divinità e ci rendiamo colpevoli di attribuirGli associati, in particolare molto spesso eleggiamo l’ego a nostra divinità e lo seguiamo invece di seguire Iddio. È per questo che il Corano afferma: “La maggior parte di loro non crede in Dio, se non attribuendoGli associati” (12:106). L’unico modo per praticare veramente il credo “Non c’è altra divinità degna di essere adorata oltre a Dio” è essere Suoi servi, e non servi del proprio ego. Riguardo a uno dei grandi gnostici si narra che gli fu chiesto quale fosse la distanza tra l’uomo e Dio, rispose: “Un passo”, il suo interlocutore ribatté: “Solo un passo?”, rispose: “Tu allunga il passo e calpesta il tuo ego, arriverai a Dio!”.
Sul sentiero della vera gnosi l’unico problema che bisogna risolvere è scegliere se obbedire al proprio ego o a Dio, in realtà siamo noi stessi il velo e l’ostacolo tra noi e Dio, se calpestiamo il nostro ego, distruggeremo l’ostacolo che ci impedisce di arrivare a Dio, se obbediamo a Dio arriveremo a Lui. Iddio non è certamente avaro nel permettere a tutti i Suoi servi di avvicinarsi a Lui, siamo noi con le nostre azioni che ci distanziamo da Lui, mentre dobbiamo volontariamente obbedirGli per raggiungere la prossimità a Dio.
(L’immagine è l’opera dell’artista iraniano Farshchian “Il martire”, il martire è colui che ha calpestato il suo ego e testimoniato la fede)

