di Chiara Cavalieri
DAMASCO. Il quotidiano turco Sabah ha analizzato la situazione attuale in Siria, suggerendo cinque possibili scenari per l’evoluzione della crisi, che potrebbero portare alla divisione e al collasso dello Stato siriano.
Mentre i siriani celebrano l’arrivo dei combattenti dell’opposizione a Damasco, le incertezze sul futuro del Paese si intensificano.
Primo scenario: La Repubblica Democratica siriana
Il primo scenario prevede la creazione di una Repubblica Democratica siriana, sostenuta da un’alleanza di partiti di opposizione con varie fazioni e ideologie. Sebbene questo scenario sia considerato difficile da realizzare, potrebbe ottenere il supporto della Turchia, della Russia, degli Stati Uniti e dei paesi europei, poiché rappresenterebbe un’opzione che preserva la sicurezza del Paese.

L’ex Presidente siriano, Bashar Al Assad.
Secondo scenario: Repubblica islamica di Siria
Il secondo scenario contempla la dichiarazione della “Repubblica islamica di Siria”, il cui centro sarebbe rappresentato dall’organizzazione terroristica “Hay’at Tahrir al-Sham”.
In questo contesto, il Governo siriano sarebbe controllato da rappresentanti del movimento salafita, che non tollerano ostilità ideologica verso Israele e gli Stati Uniti.
Terzo scenario: Stato anti-sciita sotto il controllo israeliano
Esso prevede la creazione di uno “Stato anti-sciita” sotto il controllo di Israele. Questo nuovo Paese si baserebbe sul contrasto all’influenza iraniana, cercando di isolare Hezbollah e privarlo del supporto logistico e militare fornito da Teheran.
Quarto scenario: Repubblica Federale di Siria
Un ulteriore scenario ipotizza l’istituzione di una Repubblica Federale di Siria sotto l’egida degli Stati Uniti. In questa eventualità, il Paese sarebbe suddiviso in piccoli Stati separati, simili a quelli dei Balcani, creando una situazione di instabilità e frammentazione territoriale.

Immagine di milizie anti Assad, a Damasco
Quinto scenario: Divisione e guerra civile
Infine, il quinto scenario prevede la divisione e la disintegrazione della Siria, accompagnata da un nuovo scoppio di guerra civile, che potrebbe portare al collasso totale del Paese. Questa prospettiva rappresenta la conclusione più pessimistica e temuta da molti osservatori.
Le notizie riportate dall’Agenzia di stampa Reuters rivelano che i vertici dell’Esercito siriano hanno informato gli ufficiali riguardo alla caduta del regime.
In una dichiarazione video, il primo ministro siriano Muhammad al-Jalali ha espresso la sua disponibilità a collaborare con qualsiasi leadership scelta dal popolo, sottolineando la sua intenzione di rimanere nel Paese in modo pacifico per garantire la continuità delle istituzioni pubbliche.
Al-Jalali ha auspicato che una nuova era possa sorgere, annunciando che sarà presente al Consiglio dei ministri e pronto a gestire il passaggio del potere.
D’altra parte, il Comandante delle operazioni militari dei gruppi armati siriani, Ahmed Al-Sharaa “Al-Julani”, ha confermato che il Governo di Damasco continuerà a operare sotto la supervisione del primo ministro fino al trasferimento del potere.
Infine, l’Agenzia di stampa russa TASS ha riportato la notizia che il Presidente siriano Bashar al-Assad ha lasciato Damasco, aggiungendo ulteriore incertezza sul futuro politico del Paese.
Questi sviluppi suggeriscono che la Siria si trova a un bivio cruciale, con molteplici possibilità che potrebbero determinare il suo destino nei prossimi mesi.
Intanto per precauzione le Forze Armate israeliane (IDF) dichiara alcune zone agricole sulle alture del Golan “zona militare chiusa”. Vietato l’ingresso ai cittadini.
Tratto da: Report Difesa

