a cura di Scienza Sacra
(Corpo – Anima – Spirito)
Quanto segue, è solo una breve analisi che ci fa comprendere, per quanto possibile, la costituzione occulta dell’uomo. L’uomo è composto principalmente da tre principi: il corpo fisico, l’anima e lo spirito, questa tripartizione la ritroviamo un pò in tutte le tradizioni, anche se con termini diversi. Il tre è una legge disseminata ovunque in natura, per questo si parla di: mondo materiale, mondo astrale e mondo spirituale o divino, infatti quello che è in basso è come quello che è in alto, ci dice la Tavola di Smeraldo. Tre sono i principi alchemici: Sale – Terra, Mercurio – Acqua e Zolfo – Fuoco, tre sono anche le letteri madri per mezzo delle quali Dio creò il mondo: Alef, Mem, Scin.
Anche il corpo umano segue la stessa legge, l’uomo nella sua unità non solo è tripartito in corpo fisico, anima e spirito, ma anche fisicamente è composto da tre parti: ventre, busto, testa. Le dita delle mani hanno tre falangi, solo il pollice ne ha due, cosicché abbiamo 28 falangi, questo numero sommato ci da, non a caso, 10 la lettera yod da cui viene la parola yad – mano. La stessa parola yad è formata da due lettere, iod e dalet (יד), la cui somma è 14 come le falangi di una mano.
Queste suddivisioni tra corpo, anima e spirito sono solo speculative poiché l’essere umano deve esser visto come un tutt’uno, anche se vi è una gerarchia tra i tre, per tal motivo Sant’Efrem il Siro, vissuto nel 300 d.C., ci dice:
“Più gloriosa del corpo è l’anima. Più glorioso dell’anima è lo spirito. Più misteriosa dello spirito è la divinità. Alla fine il nostro corpo rivestirà la bellezza dell’anima. L’anima si rivestirà della bellezza dello spirito. E lo spirito rivestirà l’immagine della maestà divina”.
Quindi lo spirito rappresenta la parte superiore, mentre il corpo quella inferiore, li dove l’anima fa da intermediaria tra i due, e rappresenta, propriamente, il piano astrale legato alle emozioni, così come nel macrocosmo il mondo astrale fa da intermediario tra mondo fisico e mondo divino.
Aggiungiamo un’ulteriore spiegazione per approfondire maggiormente questi concetti, ci aiuteremo in ciò rifacendoci all’esempio del carro. Il carro di Arjuna, di cui abbiamo parlato altrove, è un concetto che ritroviamo nella metafora della carrozza spiegata dall’occultista francese Gérard Encausse – Papus. L’uomo può essere paragonato ad una carrozza, la vettura è il corpo fisico, il cavallo l’anima o corpo astrale, il cocchiere lo spirito.
Il cocchiere comanda tramite le retini, è quindi colui che guida e prende la direzione che più desidera, questo è il compito dello spirito. Il cavallo, unito tramite le retini (cordoni energetici anche detti
cordoni argentei) è colui che da forza a tutto il sistema di muoversi, ma non si occupa della direzione, non è il suo compito, questo è il corpo astrale o anima. Il cavallo che s’imbizzarrisce
rappresenta il cocchiere che perde il controllo, cioè le staffe. Quando invece il cavallo si stacca dalla vettura (corpo fisico) significa la morte, ed allora anche lo spirito lascia la vettura è si allontana cavalcando il cavallo, come nell’immagine in basso.

