di Luca Rudra Vincenzini
Come conciliare l’Io Assoluto (Pūrṇāhaṃta), l’Uno, con la creazione, i molti (prabhūtā o anupuruṣa)?
Uno dei punti più ostici in metafisica, assieme al problema del male (mala), è quello della convivenza dell’Uno con la molteplicità; soprattutto in un contesto non-duale, se esiste la Coscienza Universale si ha difficoltà a giustificare la creazione. In Śaṅkara questo passaggio porta alla negazione del duale attraverso il concetto di sogno (vivarta): il molteplice non esiste, di fatto esso è la fantasia illusoria (mithyā) dell’Assoluto, aprendo il problema della necessità e della contraddittorietà del sogno, soprattutto quello distorto, in seno al Brahman.
Nel non-dualismo kāśmīro il problema è risolto con la teoria dei gradi (mātrāvāda): l’Uno, rimanendo unico e solo sul suo piano ontologico, crea a cascata una discesa progressiva di condensazioni, appunto livelli (mātrā) o contrazioni (saṅkoca), in cui crea, su piani via via più densi, il divenire cosmico (pariṇāma).
Rimangono aperte le questioni del male e del perché ciò avvenga…
Prossimamente su questi schermi.

