di Giuseppe Aiello
Nelle società tradizionali è sempre esistita una certa liturgia o mistica della potenza e della sovranità che era parte integrante del sistema e che forniva una soluzione al problema dell’impulso naturale all’autotrascendenza, presente potenzialmente in tutti gli uomini e che fa sentire la sua presenza soprattutto in età giovanile. Ciò in quanto – come ricorda Julius Evola – ogni morale, se deve avere una profonda giustificazione e un carattere intrinsecamente normativo, se non deve essere una mera convenzione del vivere comune, necessita di un fondamento <<trascendente>>, perfino elementi come la lotta e l’eroismo, la fedeltà e il sacrificio, il disprezzo per la morte e così via potendo assumere un carattere irrazionale, naturalistico, tragico e oscuro quando manchi quel punto di riferimento superiore e, in un certo modo, trasfigurante, di cui si è detto che appartiene necessariamente ad un piano trascendente lo stesso dominio della semplice etica. Nella vita e nella formazione del Basij ritroviamo quindi il contenuto eroico e militare tradizionale, di servizio come onore e di lealismo in senso superiore. Nel Basij la tensione ideale verso il trascendente porta oltre i valori non solo edonistici ma anche eudemonistici. Il Basij viene integrato per mezzo di un immanente rapporto con una Legge e una Autorità superiore, con una volontà obiettiva che trascende l’individuo particolare.
Giuseppe Aiello, La Repubblica islamica dell’Iran alla Luce della Tradizione

