a cura di Martino Zeta
Ogni intenzione, che non si manifesta per mezzo di atti, è una vana intenzione, e la parola che la esprime una parola inutile; è l’azione che dà la prova della vita ed è pure l’azione che prova e dimostra la volontà. Si dice per questo nei libri simbolici e sacri che gli uomini saranno giudicati non secondo le loro idee ma secondo le loro azioni. Per essere si deve operare. Dovremo ora iniziare a trattare della questione grande e terribile delle opere magiche. Non si tratterà più qui di teorie o di astrazioni; giungeremo alla realizzazione, metteremo fra le mani dell’adepto la bacchetta dei miracoli dicendogli: «Non ti basare solo sulle nostre parole; ma per conto tuo agisci.» Si tratta qui di opere di una relativa onnipotenza, e del mezzo di impossessarsi dei maggiori segreti della natura e di farli servire ad una volontà illuminata ed inflessibile. […]
Le operazioni magiche consistono nell’esercizio di un potere naturale ma superiore alle forze ordinarie della natura; sono il risultato di una scienza e di un’abitudine che esaltano la volontà umana al di sopra dei suoi limiti consueti. Il soprannaturale consiste nel naturale straordinario o esaltato; il miracolo è un fenomeno che colpisce la moltitudine perché è inaspettato; il meraviglioso è quello che meraviglia; sono gli effetti che stupiscono coloro che ne ignorano le cause o loro assegnano cause non proporzionali a simili risultati. Solo per gli ignoranti vi sono miracoli: ma, giacché non esiste ancora una scienza assoluta fra gli uomini, il miracolo esiste ancora ed esiste per tutti. Cominciamo col dire che noi crediamo a tutti i miracoli, sicuri e convinti come siamo, per esperienza personale, che essi siano possibili. Ve ne sono alcuni che rinunziamo a spiegare, ma che non crediamo inesplicabili; dal più al meno, dal meno al più le conseguenze sono ugualmente relative e le proporzioni progressivamente rigorose. Ma per fare dei miracoli bisogna essere fuori delle condizioni comuni dell’umanità; bisogna essere o astratto per sapere o esaltato per follia; sopra tutte le passioni, o all’infuori delle passioni stesse per estasi o frenesia. Questa è la prima e la più necessaria preparazione dell’operatore.
(Eliphas Levi)

