a cura di Chiara Rovigatti
Il termine Ain (אין)
in ebraico significa Nulla, ed è l’origine di tutti i mondi. Per nulla non si deve intendere qualcosa priva di tutto, anzi, è il contrario, poiché in questo nulla, come in un seme, tutto è racchiuso. Ain è infatti l’equivalente della parola gnostica Pleroma (Pienezza divina) o anche del termine buddhista Vacuità (vuoto) che in realtà è un pieno che contiene la realtà ultima dell’esistenza, che si trova oltre l’illusione, oltre il velo di Maia, oltre l’Heimarmene, la legge cosmica che ci lega ai cicli della natura. Da Ain il Creatore scende per manifestare il suo essere in Ain Soph – l’Infinito, per poi arrivare alla prima emanazione Ain Soph Aur – La Luce Infinita che si manifesta in Keterh, la Corona, e da Keterh scende in tutti gli altri mondi per poi risalire, di gradino in gradino, in alto verso la sua origine.
Come descritto nella Tavola di Smeraldo:
“Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori”.
Noi siamo parte di questa luce, che scende e sale dai mondi dell’Essere fino in basso ai mondi fisici, e quello che avviene in questi mondi, per analogia, avviene anche in noi, quale microcosmo inserito nel macrocosmo.
Lo Zohar dice in proposito dell’Ain:
“Prima che Egli desse qualsiasi forma al mondo, prima che Egli producesse qualsiasi forma, Egli era solo, senza forma e senza somiglianza a nessun’altra cosa. Chi dunque può comprendere come Egli fosse prima della Creazione? Quindi è vietato attribuirGli una qualsiasi forma o similitudine, o anche a chiamarLo con il Suo nome sacro, o indicarLo con una sola lettera o un solo punto. Ma dopo che ebbe creato la forma dell’Uomo Superno, Egli lo usò come un carro in cui discendere, ed Egli vuole essere chiamato con la Sua forma, che è il nome sacro YHWH”.
Per questo motivo le lettere del Nome disposte verticalmente formano la figura umana.
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(parzialmente tratto da un post di Scienza Sacra, 2023)

