Cerumnos: la storia del dio celtico cornuto

di Luigi Angelino

L’antica tradizione di Cerumnos, il dio celtico che veniva venerato soprattutto nella Gallia settentrionale, nell’Italia del nord e nella Britannia meridionale, affonda radici ancora più antiche rispetto all’età considerata storica. Gli studiosi, infatti, ritengono che si tratti di una divinità preceltica con connotazioni sciamaniche, il cui culto era diffuso presso tutte le popolazioni indoeuropee, sebbene sotto diverse forme. E’ di grande suggestione la sua somiglianza con il dio Pasupati, protettore degli animali, le cui prime raffigurazioni risalgono più o meno al 3000 a.C. nell’ambito della civiltà della valle dell’Indo. Pasupati è considerata la divinità antesignana di Shiva, presentando notevoli caratteristiche simili a Cerumnos. Ciò conferma ancora una volta lo strettissimo legame mitico-religioso che intercorre tra tutte le popolazioni di origine indo-europea.

Nel nostro continente, una delle più antiche immagini del dio Cerumnos è stata riscontrata tra le incisioni rupestri della Val Camonica, proprio in Italia. L’incisione sarebbe stata eseguita nel IV secolo a.C. La più conosciuta, invece, quella che ha cioè contribuito maggiormente ad influenzare le rappresentazioni successive, fu trovata sul famoso “calderone di Gundestrup”, in Danimarca, la cui incisione si deve far risalire probabilmente al primo secolo a.C., in grado di testimoniare il culto per la divinità con la testa del cervo anche fuori dall’area geografica di diretta influenza gallica. Il nome del dio risulta noto fin dall’antichità, come dimostrerebbe il “Pilastro dei barcaioli” (Pilier des nautes), una sorta di monumento al giorno d’oggi conservato presso il Musee Nationale du Moyen Age a Parigi. Il pilastro sarebbe stato costruito da alcuni marinai galli intorno al primo secolo d.C., sul quale erano raffigurate promiscuamente alcune divinità romane ed altre celtiche, tra cui il nostro Cerumnos. Questo importante manufatto fu ritrovato all’inizio del diciottesimo secolo tra le fondamenta della cattedrale di Notre-Dame di Parigi, in pratica nel sito dell’antica Lutetia Parisorum, il nucleo romano della metropoli francese, e costituisce il primo riferimento storico accertato del nome del dio-cervo.

Altre iscrizioni antiche, che attestano la denominazione della divinità cornuta, sono state individuate, l’una in lingua greca e l’altra in lingua latina, nell’odierno stato del Lussemburgo, dove un tempo soggiornava l’antica tribù celtica dei Treveri.

E’ necessario sottolineare, tuttavia, che la prima iscrizione trovata a Parigi, poc’anzi accennata, mancava della prima lettera e poteva essere letta come “Erumnos”. Non è stato molto difficile restituire al termine la prima lettera “c”, considerando sia l’evidente raffigurazione di un “dio con le corna”, sia per il fatto che nell’idioma gallico “carnon” o “cernon” vuol dire proprio “corno”, molto affine alla parola “carn” in gallese e in bretone, che in alcuni contesti può assumere anche il significato di “capo” o di “condottiero”. Secondo gli esegeti, tutti questi termini sarebbero derivati, a loro volta, dall’originaria radice indoeuropea “krno” (confronta cornu in latino ed horn in inglese).

Comparando le raffigurazioni di Cerumnos, così come diffuse nell’intero mondo celtico, ci accorgiamo che esse sono più o meno tutte simili, anche se la sua caratteristica più famosa è rappresentata dalle imponenti corna di cervo. Di solito, nell’immaginario collettivo, il dio era concepito come un uomo avanti con gli anni, adornato da un “torquis”, cioè un tipico collare in uso presso le popolazioni celtiche, per simboleggiare particolari posizioni di nobiltà e di potere. Inoltre, per rimarcare la sua opulenza, Cerumnos è stato spesso raffigurato con una borsa piena di soldi, mentre è seduto a gambe incrociate. Questa peculiare posizione è stata intesa da alcuni interpreti come segno di meditazione e di riflessione, mentre altri hanno giustamente evidenziato che si trattava della consueta posa dei Celti, quando si accingevano ad intraprendere operazioni di caccia. Non mancano, poi, incisioni del dio come un giovane di bell’aspetto, virile e dai lineamenti quasi elfici.

E Cerumnos era proprio il dio virile del coraggio, della fertilità e della caccia, invocato soprattutto per conquistare il dominio sulla natura. Il dio, nella maggioranza dei casi, era disegnato in compagnia di un cervo, ma anche di altri animali, come un serpente con le corna di un ariete ed anche un toro, o un cane o perfino un roditore simile a un topo. Cerumnos è legato allo scorrere delle stagioni, che nasce in occasione del solstizio d’inverno e muore nel solstizio d’estate. Ma la primavera è il periodo in cui fiorisce nel suo massimo splendore, a similitudine delle corna del cervo che crescono e si rafforzano in tale stagione, quando servono come efficaci “sensori” per gli accoppiamenti, per poi cadere successivamente. Oltre allo stretto rapporto con la natura, a Cerumnos si attribuiva una notevole importanza come “portatore” di ricchezza materiale o, comunque, come simbolo di grande prosperità. La già citata borsa piena di monete, spesso associata alla sua figura, o l’incisione del cervo “nell’atto di vomitare monete”, individuata nel territorio dell’attuale Lussemburgo, sono attestazioni inequivocabili della sua funzione di buon auspicio.   A queste, si aggiungono altre credenze di carattere folcloristico: Cerumnos era anche considerato come una sorta di “protettore della danza” e come “custode delle foreste”, che era destinato a proteggere con le sue possenti corna, quasi ad incarnare lo spirito stesso della natura.

La divinità cervo, però, aveva anche una funzione occulta ed esoterica, in quanto si pensava che potesse essere in grado di mettere in comunicazione il mondo degli uomini con le anime dell’oltretomba, nonché veniva chiamato in causa in molteplici rituali magici, soprattutto nell’ambito della spiritualità druidica. In epoca medievale, l’immagine di Cerumnos è stata confusa con quella del dio Pan di classica memoria, fornendo altresì ottimi spunti per la rappresentazione iconografica del Satana della mitologia cristiana, così legato alla potenza dei beni materiali e prorompente di energia sessuale. Nella “Wicca”, la moderna religione sincretica neo-pagana, sviluppatasi in maniera ufficiale, a partire dalla metà del secolo scorso, il dio cornuto è diventato uno degli emblemi fondamentali per numerosi e variegati percorsi iniziatici o presunti tali, come la cosiddetta “Golden Dawn”, basata su un sistema stregonesco  che, secondo i fondatori, avrebbe legami con l’antica tradizione celtica e paneuropea. I seguaci di questa dottrina credono nella fusione di due principi divini, l’uno maschile e l’altro femminile, il Dio e la Dea, la cui unione celebra il perpetuarsi del ciclo naturale in un eterno rinnovamento. Il protagonista maschile (il dio), nella maggioranza dei casi, è appunto raffigurato nelle sembianze del dio cornuto Cerumnos, con le corna che riprendono l’originario significato di abbondanza e di fertilità. La stessa unione sacrale tra il principio maschile e quello femminile che, come già detto, intende simboleggiare il ripetersi ininterrotto del ciclo naturale, è stata ripresa dalle credenze celtiche riguardanti lo stesso Cerumnos e la dea lunare Brigid, considerata la madre delle arti e degli dèi primordiali. Quest’ultima, come dea lunare, racchiudeva in sé le tre forme della donna vergine-amante-madre che, in area egizia e mediterranea, trovò la sua massima espressione nella grande Iside, capace di influenzare anche il culto successivo di molti secoli di Maria Vergine, madre del salvatore Gesù e proclamata anche Madre di Dio.

Pertanto, l’unione tra la dea lunare Brigid ed il dio cornuto Cerumnos consentiva, nella visione dei Celti, al creato di rinascere ad ogni stagione primaverile ed al genere umano di riprodursi e di prosperare, nonostante tutte le avversità e le difficoltà della quotidiana esistenza. Nei rituali di alcuni gruppi “Wicca”, il principio maschile che vuole evocare Cerumnos è anche evidenziato con un fallo eretto, ma si tratta soltanto di una ricostruzione postuma e sincretica, ad ulteriore conferma della confusione che regna in questi movimenti. Si tratterebbe, anche in questo caso, della commistione risalente al periodo medievale, tra la figura di Cerumnos e quella di Pan, a cui abbiamo già accennato. Tra i reperti antichi, raccolti nel corso del tempo ed attualmente a disposizione della comunità accademica, non vi è traccia, infatti, di una simile usanza cultuale presso le tribù celtiche.

Con una terminologia di tipo moderno e con una buona dose di immaginazione, potremmo perfino azzardare che Cerumnos possa essere considerato una “divinità ecologica”, in quanto il suo scopo principale era quello di difendere il mondo della natura e di ricordare all’uomo che non deve esagerare nell’utilizzo e nello spreco delle risorse che ha a disposizione. Per questa sua “vocazione” riconosciuta ex post, il dio cornuto Cerumnos è stato inserito in molti racconti “fantasy” moderni ed in alcune serie tv, i cui autori ed ideatori molto spesso non si curano delle precise ricostruzione storiche, ma vogliono esprimere un certo obiettivo didascalico nel ricordare al genere umano che non deve comportarsi come “il cancro del pianeta”, mirando, invece, sempre a comportarsi come saggio amministratore delle risorse naturali. In particolare, nella serie TV franco-belga Zone Bianche- Black Spot, una figura ispirata al dio Cerumnos fa da sfondo all’intera narrazione, anche se in realtà compare soltanto come un’ombra sfuggente e non come personaggio reale. Il racconto, perseguendo intenti didascalico-morali, si sviluppa nel piccolo paesino di Villefranche, circondato da una vasta foresta dominata, come nella tradizione celtica, da un essere misterioso che si presenta con le fattezze del dio cornuto Cerumnos e che sembra svolgere il suo ruolo di leggendario protettore degli spazi naturali.

Tratto da: Auralcrave

Cerumnos: la storia del dio celtico cornuto
Cerumnos: la storia del dio celtico cornuto

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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