di Alessandro Orlandi
“Il mio cuore si è aperto a tutte le forme: è un pascolo per le gazzelle, un chiostro per i monaci cristiani, un tempio per gli idoli, la Kàba del pellegrino, le tavole della Torah e il libro del Corano. Io seguo la religione dell’Amore: in qualunque direzione avanzino le sue carovane, la religione dell’amore sarà la mia religione e la mia fede.”
Muhyi’d Din Ibn Al’Arabi
“Che fare, dunque, oh musulmani, che io me stesso non conosco? Non sono giudeo, né cristiano, né zoroastriano o musulmano. Né orientale, né occidentale, né terrestre, né marino, né impastato di terra, né venuto dal cielo. Non di Terra, non di Acqua, non di Vento, non di Fuoco, non di Empireo, non di Trono, non di Essere o di Essenza. E non di India, non di Cina, né di Sassonia o Bulgaria, non di Persia o Babilonia, né del Korashan. Non di questo mondo, non dell’altro, né di Inferno o Paradiso. Non d’Adamo, non di Eva, non di eterei giardini. Il mio luogo è oltre lo spazio, il mio segno è senza segno, non è anima, non corpo: sono solo dell’Amato. Cacciai via da me ogni dualità, dei due mondi io ne vedo uno solo. Uno cerco, uno conosco, uno canto, uno contemplo. Egli è l’Ultimo, egli è il Primo, egli è l’Interno, egli è l’Esterno.”
Jalalluddin Rumi

