di Gianluca Marletta
Per capire meglio i nostri tempi – e non farsi prendere eccessivamente dall’ansia – bisogna prendere atto che la loro caratteristica sempre più accelerata (motus in fine velocior) è la dissoluzione.
La dissoluzione, come ogni realtà, non è necessariamente “negativa”: da un certo punto di vista, il “solve” dissolve appunto gli aggregati invecchiati e logori liberando potenzialità che erano rimaste occultate o soffocate.
Nel suo aspetto distruttivo, tuttavia, implica la demolizione di strutture, istituzioni, sicurezze che destabilizzano le esistenze, sia quelle individuali che collettive.
Sul piano individuale, sembra come se le certezze vacillino e il tempo si acceleri.
Sul piano macropolitico, stati, alleanze, equilibri vanno a gambe all’aria e questo appare drammatico e destabilizzante.
Sul piano religioso, è soprattutto l’aspetto più visibile e istituzionalizzato che entra in crisi (ma questo processo, almeno per alcuni può donare possibilità spirituali uniche, se si fa lo sforzo di guardare un po’ “oltre le forme”).
In ultima analisi, non possiamo più trovare rifugio o protezione in strutture o forme, ma solo nella Grazia divina (ed è un’occasione non da poco).
Proprio per questo motivo – e paradossalmente – certi POTERI, che si concepiscono onnipotenti ma che verranno anch’essi spazzati via, stanno CORRENDO e spingendo verso i loro progetti di egemonia mondiale (“sono furenti perché sanno di avere POCO TEMPO”).
Ormai, i progetti veri NON si fanno di cinque anni in cinque anni, ma di mese in mese, cosa che contribuisce al senso generale e un po’ angosciante di fretta e di spasmodica attesa.
NIENTE PAURA: chi ha costruito la sua casa sulla Roccia non deve temere nulla.

