di Fabio Smolari
8 domande per 8 risposte.
A servizio della comunità, prima che inizino a circolare risposte della AI, e su richiesta di molti amici e colleghi, proviamo a ristilare un breve glossario di base:
1) Cos’è il wushu?
WUSHU 武術 sono le arti marziali cinesi
La parola WUSHU significa “arti marziali” – wǔ 武 vuol dire “marziale” e shù 術 vuol dire “arte” – è la parole cinese che indica tutte le arti marziali, di ogni parti del mondo, non solo della Cina.
Essendo tuttavia una parola cinese, quando la si usa all’estero indica e identifica le sole arti marziali cinesi.
2) Cosa sono le arti marziali cinesi?
Sono le tecniche, le strategie e metodi di allenamento a mani nude e con armi sviluppate e tramandate in Cina per la preparazione al combattimento.
3) Quali sono le arti marziali cinesi?
Le arti marziali cinesi presentano diversi sistemi, frutto delle scelte strategiche e metodologiche dei vari maestri, che si sono sedimentate e trasmesse nei secoli. Tali sistemi hanno un nome: taijiquan, shaolinquan, tongbeiquan, xinyiquan, baguazhang, chaquan, meihuaquan, chuojiao, tanglangquan, bajiquan, piguaquan, ecc.
4) Cosa sono gli stili?
Gli stili sono le varianti di un sistema. Nel corso dei secoli i diversi metodi si sono spesso differenziati pur mantenendo un nucleo comune significativo ed identificativo.
Tali varianti sono definite in italiano “stili”, pertanto si parla di TAIJIQUAN stile Chen, stile Yang, stile Wu, dal nome dei rispettivi maestri, oppure “mantide delle sette stelle”, “mantide del fior di prugno”, “mantide del taiji”, in riferimento a nomi specifici dati dai maestri ai loro metodi, e così via.
5) Ma il wushu non è quella roba che fanno i salti e le piroette?
Nel wushu ci sono sempre stati salti e piroette, ma ciò a cui ti riferisci è probabilmente l’aspetto acrobatico del wushu moderno sportivo.
Verso la fine dell’Ottocento le arti marziali cinesi iniziarono un processo di modernizzazione che si protrasse fino alla metà degli anni ’50 del ‘900, quando la Commissione Cinese per l’Educazione Fisica approvò un nucleo codificato di esercizi di WUSHU per l’attività sportiva e la formazione giovanile.
Tale disciplina presentava un esercizio a mani nude detto CHANGQUAN 长拳 “pugilato lungo”, e quattro armi: spada, sciabola, bastone e lancia. La fonte tecnica di questi esercizi erano sopratutto i sistemi CHAQUAN 查拳 e HUAQUAN 华拳 con inserimenti minoritari di molti altri metodi.
Dopo questa prima codifica, considerata rappresentativa dei cosiddetti “sistemi lunghi del nord”, che già prevedevano salti, calci volanti, acrobazie varie, fu fatta una selezione e una codifica anche in rappresentanza degli stili del sud – NANQUAN 南拳 – attingendo prevalentemente ai sistemi HONGGAR 洪家拳 e CHOILIFAT 蔡李佛拳.
Furono creati anche esercizi codificati di Taijiquan attingendo allo stile YANG e successivamente furono creati e codificati anche esercizi di altri sistemi e armi al fine di arricchire i contenuti delle competizioni.
Negli anni ’80 fu stilato anche un regolamento per le competizioni di combattimento libero a contatto pieno denominato SANDA 散打.
6) Cos’è il WUSHU oggi?
Oggi il WUSHU può essere suddiviso in due grandi categorie:
WUSHU sportivo codificato e WUSHU tradizionale
Il WUSHU sportivo codificato comprende due settori:
– combattimento libero (sǎndǎ 散打)
– forme (tàolù 套路)
il WUSHU tradizionale continua con i metodi e le modalità perpetuate dai singoli maestri secondo la loro tradizione e le loro scelte individuali. Può avere diversi fini e applicazioni, il maggioritario è quello dell’educazione fisica e dello sport.
7) Cos’è il KUNGFU?
Un sinonimo di WUSHU come “maccheroni” è in certe zone d’Italia un sinonimo di “spaghetti”.
Ma perché la gente dice allora KUNGFU?
Perché s’è diffuso impropriamente questo termine e si usa questo, come la gente dice “jeans” invece il tessuto si chiama “denim” e non jeans.

