di Giuseppe Aiello
Il sacro mese di Ramadan, come sanno ormai anche i non musulmani, è dedicato al digiuno e alla preghiera e di conseguenza anche al controllo e al dominio del proprio corpo e delle sue funzioni.
Ecco, il nostro corpo.
Ovviamente dando per scontato che noi NON SIAMO il nostro corpo, molto spesso chi si avvicina alle pratiche religiose e spirituali tende a guardare al proprio corpo in maniera negativa.
Molti di coloro che si incamminano lungo un percorso di crescita interiore tendono sempre più a guardare con insofferenza questo “involucro” di carne che ci impegna quotidianamente con tutti le sue funzioni – mangiare bere etc – i suoi acciacchi, le sue malattie, i suoi malfunzionamenti, la sua vecchiaia e infine, la sua “cessata attività”.
Ma cerchiamo di vedere la cosa in una prospettiva diversa.
E’ grazie al nostro corpo che possiamo fare esperienza di questo mondo, che altrimenti ci sarebbe precluso, ci sfilerebbe davanti come un ologramma, una immagine fantasma che invano tenteremmo di toccare, afferrare o modificare.
Il corpo è come una tuta da sub, grazie alla quale possiamo ammirare i fondali marini, fare incontri straordinari con i suoi abitanti, vivere esperienze indimenticabili e imparare tante cose che altrimenti non potremmo mai conoscere. Chi ne ha indossato una di queste tute, sa come è scomoda, quanto stress si accumula nell’indossarla per lungo tempo, quanti problemi funzionali si devono affrontare; ma sa che quella non è la sua condizione originaria e ordinaria, è solo un rivestimento “momentaneo”, scomodo ma indispensabile per poter fare esperienza di cose che altrimenti dovremmo limitarci ad ammirare dall’alto, fuori dall’acqua, senza poter intervenire ed essere protagonisti.
Lo stesso dicasi per una tuta spaziale.
Esattamente come le entità intelligenti che non possiedono un corpo: non possono fare esperienza di cose che comunque possono servire a una crescita positiva lungo la spirale degli stati di esistenza.
A noi umani è concessa questa straordinaria opportunità.
Dunque cerchiamo di vedere il nostro corpo nella giusta prospettiva, e di conseguenza cerchiamo di non sprecare il nostro tempo e di fare tesoro di ogni minuto di questo viaggio che Allah ci ha concesso.

