a cura di Maurizio Murelli
Non combattiamo contro gli ucraini, ma per loro.
di Alexander Dugin
10 Aprile 2025
Ora i transgender – sia anziani che giovanissimi – negli USA hanno bruscamente cambiato il loro status. Fino a poco fa con Obama e Biden erano attivisti sociali all’avanguardia, pionieri e vanto dell’umanità, tutti li aiutavano, tutti li ammiravano e li portavano come esempio. E in un batter d’occhio si sono trasformati in miserabili deformi, disgraziati invalidi, che è meglio evitare come la peste. Sono stati licenziati dal lavoro, poiché non sanno e non vogliono fare nulla. Ora sono semplicemente persone incurabilmente malate, pervertiti psichicamente inadeguati.
È terribile immaginare in quale stato si trovino ora loro stessi, i loro amici, parenti, genitori. E, purtroppo, questo è incurabile e irreversibile. Tutti i transgender, i transessuali, i pedofili e le minoranze sono registrati, tutti sono contabilizzati. Prima, su questi conti, affluivano benefici da Soros e USAID. Persino un’IA chiamava con la voce di Kamala Harris per congratularsi nel giorno del pervertito. E ora è una gioia se chiama lo sceriffo o lo psichiatra. Ma difficilmente chiamerà, perché non c’è più interesse per loro.
Certo, è ancora di moda usarli come comparse per bruciare le “Tesla” di Elon Musk o per manifestare contro Trump. Le tariffe qui non sono piccole – per protestare contro Trump offrono 300-500 dollari, preferibilmente per compiere atti di vandalismo, imprecare furiosamente e danneggiare oggetti pubblici. Ma il sussidio è una tantum, non ci vivi a lungo.
Chi era tutto, all’improvviso è diventato niente. E persino meno di niente. Si è scoperto che sotto i cupi incantesimi dell’ipnosi woke, centinaia di migliaia di americani e americane hanno tagliato a sé stessi e ai propri figli qualcosa di molto importante. Il biglietto per una vita normale, una famiglia normale, un ruolo sociale normale.
Nella stessa situazione presto o tardi si troveranno gli ucraini. I globalisti se ne andavano in giro con loro come con un tesoro, li ammiravano, li hanno sommersi di denaro e attenzioni, si intenerivano per le loro bugie, la loro crudeltà e bestialità verso i russi venivano esaltate come eroismo dei “cavalieri d’Europa”. Ridevano fragorosamente alle loro battute non divertenti. Esponevano i loro stracci nei musei e sulle passerelle. Esaltavano le loro performance deboli di mente come “vertice dell’estetica”.
Ed ecco che all’improvviso si trasformeranno in ciò che sono sempre stati. Miserabili, poco intelligenti, infedeli a tutti, che non amano nessuno, falliti. Nazionalisti senza nazione. Estremisti senza ideologia. Cani che attaccano la statualità altrui, non avendo la propria. Senza un accenno di stile, cultura o razionalità.
Gli ucraini sono transgender collettivi. Russi che hanno cambiato il loro genere, la loro etnia, per un’alternativa astratta, inventata, assurda. Un uomo transgender non diventa una donna. Diventa un mostro. Così come un russo che si immagina ucraino. Sì, si può tagliare via il proprio essere russo, ma in quel posto continuerà a spalancarsi disgustosamente un vuoto deforme.
Noi lo capiamo e combattiamo per questo. Non combattiamo contro gli ucraini, ma per loro. Affinché rimangano persone, cioè persone russe. Altrimenti cadranno in trans. Castrazione, cambio di identità, che è ancora peggio del cambio di genere. Ma ora iniziano a notarlo anche in Occidente. E stanno per voltare le spalle anche a questo spettacolo disgustoso, che rappresenta l’ucraino politico, questa vittima di un esperimento mostruoso. Che, tra l’altro, hanno orchestrato loro stessi. E molto probabilmente cercheranno di rimuoverlo dalla vista.
Gli ucraini, come i transgender negli USA, non servono più a nessuno. L’Occidente volterà presto questa pagina di storia definitivamente.
I russi, ovviamente, difficilmente saranno amati. Ma Ovechkin(*) arriva al momento giusto. Tra l’altro, anche Gretzky(**) arriva al momento giusto. I russi in generale arrivano al momento giusto. Ma gli ucraini e i transgender no. Il loro tempo, a quanto pare, è scaduto.
Aleksandr Dugin
(*) Star dell’hockey su ghiaccio russo.
(**) Considerat da molti il giocatore di hockey di tutti i tempi. Canadese. Si è ritirato nel 1999.

