LA STRAGE DI SUMY

di Orizzonte Altro

14 Aprile 2025

La strage di Sumy, Trump: “Putin mi ha detto che è stato un errore. Questa è la guerra di Biden”.

Questo post non vuole essere l’ennesimo che vitupera l’ipocrisia dei media occidentali, la faziosa loro propaganda, il cosiddetto doppio standard in accordo al quale forse 20 mila bambini massacrati in P*a*l*e*s*t*i*n*a sono terroristi (o proto-terroristi…), piuttosto che i 2 milioni di morti civili vietnamiti, gli altrettanti iracheni e chissà quanti afgani, libici, serbi etc… sepolti sotto le bombe della Nato sono “danni collaterali”: il fardello kiplinghiano dell’uomo bianco civilizzatore ed esportatore di democrazia…

E neppure vuole essere una confutazione “evenemenziale” circa la fakenews del deliberato attacco sui civili (come se una nazione che “neutralizza” oltre 1 milioni di militari, tra ucraini e mercenari stranieri, facendo pochissime vittimi civili ora, a guerra sostanzialmente vinta – da qui alla vittoria è inerzia… – iniziasse a bombardare obiettivi civili: si trattò, probabilmente, di una riunione tra vertici militari Nato e ucraini per concertare la migliore strategia difensiva della città di Sumy, prossimamente raggiunta dall’avanzata dell’esercito russo, a pochi km ormai dalla città, ad oggi circa 40: piangiamo i morti civili, certo, ma è evidente che il taget fosse liceo da un punto di vista militare).

Questo post vuole essere, invece, “ermeneutico”: quanto tutta la stampa occidentale al soldo – diretto o indiretto – della superclass anglosassone grida alla strage dei barbari (come a Buča, che è indubitabilmente strage solo per la redazione di Repubblica…), e il presidente dell’unica superpotenza militare in grado di rivaleggiare col mondo cosiddetto multipolare e anzitutto con la Russia (perché la Francia ha più o meno i militari effettivi, attuali, di quanti ne sono morti nel Kursk in 6 o 8 mesi, ragione per cui parlare di 40.000 volenterosi è l’apoteosi della supercazzola…), significa che sta ammettendo – da mercante, dunque con tutta la subdola ipocrisia e la “politropa” illaqueazione a cui può attingere quali “skills di casta” – l’impossibilità di contrastare la Russia.

A me suona come: “ci abbiamo provato, abbiamo buttato nel fuoco della guerra tutto quello che potevamo buttare, ma i nostri arsenali sono vuoti e i loro più pieni adesso di prima, la nostra capacità industriale è 1/3 della loro, un proiettile ci costa 10 volte quanto costa a loro (perché siamo così furbi da subappaltare persino la produzione delle armi ai privati…), la loro tecnologia bellica è superiore alla nostra, comprovato dal campo, e nonostante gli ucraini abbiamo messo tutto quello che noi non avevamo e non potevamo mettere (una generazione da immolare: ricordo che con 58k caduti in 8 anni di guerra in Vietnam hanno avuto una mezza rivoluzione in casa, mentre solo nel Kursk in 8 mesi ne sono morti forse 60, forse 80 mila, e secondo molti analisti terzi le perdite ucraine complessive superano il milione tra morti, feriti che potranno più combattere, prigionieri, dispersi): abbiamo perduto, prendiamo tempo e scendiamo a patto con chi ci ha sconfitti”.

In questo – nonostante tutta la spacconeria yankee – sembra affatto più lungimirante dei folli che sostenevano (e finanziavano) chi lo ha preceduto, e i cui pifferai oggi lo insultano e criticano anche per queste dichiarazioni pubbliche.

LA STRAGE DI SUMY
LA STRAGE DI SUMY

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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