di Fabio Filomeni
12 Maggio 2025
Il sistema Putin non solo resiste, si rafforza. Ieri, a Mosca, si sono celebrate due vittorie. Una, storica, sul nazismo. L’altra, contemporanea, su un Occidente ottuso e arrogante che pensa sempre di essere dalla parte giusta della storia. Quell’Occidente accecato dalla cupidigia del neoliberismo e che vagheggiava una rivolta antiputiniana perché le sanzioni avrebbero messo in ginocchio la Russia. Quello stesso Occidente che si nutre della subalternità degli USA al punto da continuare a sostenere una guerra per procura americana, da cui perfino Trump pare voglia sganciarsi (nonostante continui a mandare aiuti militari). La risposta nell’Europa Orientale è stata in quella sontuosa parata militare alla quale, per la prima volta nella storia, ha partecipato un leader cinese, nazione storicamente per nulla amica della Russia. Militarmente parlando, tra i cingoli dei carri armati che sfilavano è rimasta stritolata la protervia anglo-americana che tanto si era data da fare, prima con il ‘regime-change’ del 2014 ad opera della Casa Bianca, poi con il leader GB Boris Johnson volato a Kiev nell’aprile 2022 per convincere Zelensky a ritirarsi dai negoziati di Ankara perché con il loro appoggio avrebbero non vinto, ma stravinto la guerra. Dopo 3 anni di propaganda in cui ci volevano far credere che i russi smontassero le lavatrici ucraine per prelevarne le schede elettroniche da usare per i loro sistemi d’arma, che fossero a corto di munizioni al punto di usare pale e picconi per difendersi, ecco la verità sputata in faccia al mondo. La Russia è viva e vegeta. La Cina è sua amica. Ora, più che mai, urgono autentici negoziati di pace per il bene dell’Italia, dell’Europa e del Mondo intero. Tanto la guerra ormai l’Occidente l’ha persa.

