MOLTO PIÙ CHE IRAN

di Andrea Casella

L’Iran (avest. Ayreana; medio pers. Eiren) è molto più dello stato degli Ayatollah (piaccia o non piaccia, non mi interessa). Di Teheran danno solo inquadrature dall’alto, mai una volta che inquadrassero la statua di Firdusi (Abu ‘l Qasim Hassan), il poeta nazionale persiano e tra i maggiori poeti epici del mondo. Vissuto nell’XI secolo, in un periodo in cui la Persia era retta da una dinastia turcica e il re, Mahmud di Ghazna, aveva da tempo spostato il centro dell’impero in Afghanistan, Firdusi si incaricò di far rivivere le gesta dei grandi protagonisti dei miti persiani, che avevano le loro radici nell’Avesta. Grazie al suo capolavoro, lo Shah Namah, il Libro dei Re, ammiriamo le storie dello Shahan Shah, del Re dei Re archetipico, Kay Khusraw (avest. Kavi Haosravah), del nemico archetipico, Afrasyab (avest. Frangrasyan), della ricerca della Gloria dei Kavi, il misterioso Hvarenah, il Centro d’imputazione del Potere Cosmico, il tutto inserito nel quadro del tempo ciclico, arcaico, come da tradizione. Kay Khusraw si incammina verso la sua fine, scomparendo alla vista dei sette compagni di viaggio, in una tormenta di neve alle pendici di una montagna. Tuttavia egli non è morto, dorme come i re antichi, sotto la montagna, e lì attende di ritornare. Se il ragno ora tesse la sua tela nelle sale vuote e colme di echi del palazzo di Kay Khusraw, questo non sarà in eterno. Tutto deve ritornare. La Persia non muore, la Persia vive. Lunga vita alla Persia e al popolo persiano.

MOLTO PIÙ CHE IRAN
MOLTO PIÙ CHE IRAN

Pubblicato da vincenzodimaio

Estremorientalista ermeneutico. Epistemologo Confuciano. Dottore in Scienze Diplomatiche e Internazionali. Consulente allo sviluppo locale. Sociologo onirico. Geometra dei sogni. Grafico assiale. Pittore musicale. Aspirante giornalista. Acrobata squilibrato. Sentierista del vuoto. Ascoltantista silenziatore.

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