Di Claudia Candeloro
Prendersela con la psicologia oggi è come prendersela con la religione nel medioevo: il rischio di essere accusati di lesa maestà è altissimo.
Tuttavia, è un rischio che voglio correre.
Gli psicologi sono diventati i sacerdoti del neo-liberismo.
Cinquant’anni fa, se avevi un problema personale ti rivolgevi (gratis) al prete o, in qualche caso meno frequente, al sindacato o al partito.
Oggi se hai un problema, la soluzione che ti danno è una: vai (a 100 euro all’ora) dallo psicologo.
Mi sembra una delle manifestazioni più evidenti dello spappolamento della comunità: il problema è tuo, te lo risolvi a pagamento, la comunità espelle qualsiasi altra soluzione (ribadisco, gratuita) con la quale essa si possa fare carico del problema individuale.
D’altro canto, lo psicologo è lo strumento con il quale ti fanno capire che l’unica cosa importante al mondo è che quello che devi stare bene sei sempre e solo te, che la cosa importante è seguire solo i tuoi istinti e desideri.
Se, nel fare questo, fai un danno ai sentimenti di qualcun’altro o al tuo ambiente sociale, pazienza, sei tu la priorità.
Andranno anche gli altri dallo psicologo.
Personalmente, lo trovo uno degli strumenti peggiori con il quale si impone il neo-liberismo e l’individualismo nei rapporti interpersonali.
Temo che, per sconfiggere una tale macchina infernale, qualcuno deve iniziare a nominare questa cosa ad alta voce
Inizio io.
La psicologia è l’oppio dei popoli al tempo del neo-liberismo.

