di Vincenzo Di Ieso
Sono convinto che gli eroi e i martiri siano gente pericolosa per sé e per gli altri.
L’archetipo dell’eroe-martire non fa parte né della cultura e meno che mai della dottrina taoista.
Il Daode Jing, capitolo 73, nella traduzione del Prof. Alfredo Cadonna, dice:
勇於敢則殺,
勇於不敢則活
此兩者或利或害
Chi è coraggioso nell’osare viene ucciso,
chi è coraggioso nel non osare sopravvive.
Di queste due cose, luna è vantaggiosa, l’altra nociva.
E più avanti dice:
天之道不爭
而善勝
Il Tao del Cielo, non lotta,
e tuttavia sa vincere.
La riflessione in questi passi non è sui temi del coraggio e dell’osare che sono parte del nostro istinto di sopravvivenza. Si evidenzia invece la situazione in cui queste due forze si uniscono, creando uno stato mentale conosciuto come ab-negazione cioè negare completamente sé stessi per una causa, un ideale o una persona.
Essere degli arditi ci porta sempre in prima linea per uccidere ed essere uccisi.
Entrambi i risultati sono una perdita per l’intera umanità.
L’aggressività è una potenzialità naturale che ci consente di affrontare le difficoltà.
Uno studente che non fosse aggressivo verso lo studio non terminerebbe mai il suo corso scolastico; un padre di famiglia, se non fosse aggressivo verso le difficoltà della vita, come potrebbe mai riuscire a far mangiare i suoi figli?
La violenza, invece, è la volontà, l’autocompiacimento, di procurare sofferenza o morte ad altri esseri, umani o meno che siano.
Ci vuole più coraggio a non osare cioè a evitare lo scontro anziché lasciarsi andare alla violenza.
Essere coraggioso vuol dire avere la piena consapevolezza delle proprie potenzialità.
Per questo la paura non sorge nel cuore del coraggioso.
Se scegliamo di seguire valori universali, dei meta-valori, cioè valori non derivati da presupposti/bisogni umani o imposizioni autocratiche sociali, non ci azzarderemo mai a mettere in pericolo la nostra vita o quella altrui.
È chiaro che se fossimo attaccati dovremo difenderci (l’arte della guerra occupa vari capitoli del Daode Jing) ma la nostra azione si fermerà dove termina la difesa e inizia l’attacco, dove la naturale aggressività reattiva lascia il posto alla violenza.
Purtroppo la nostra cultura ci impone di essere dei super-man, donne e uomini perfetti, degli eroi, meglio se martiri.
Chi si “sacrifica” (bisognerebbe poi conoscere i valori in background per i quali lo fa) e attacca o si lascia uccidere, diventa un’icona del Bene.
Invece, chi, pur senza temere l’avversario, evita lo scontro e cerca soluzioni non-violente ai conflitti, è definito un codardo.
Il Taoismo rifiuta questa visione.
Non esistono ideali per i quali valga la pena di immolare una sola vita!
Nemmeno per il Taoismo.
Se dovessi cercare il limite estremo del pensiero taoista e quindi determinare una “visione” della realtà, allora dovrei affermare che nel Grande Tao non esistono distinzioni.
Di conseguenza, nel momento in cui esprimo qualsiasi definizione, ho perso l’unità delle cose, dei significati, cadendo, peraltro, nella differenziazione, frammentazione e l’inevitabile assumere la percezione soggettiva come fonte sicura e autorevole.
Bene e male, vero e falso non sono termini assoluti perché sono “sempre” interpretazioni e come tali dipendono dalla visione che hanno le persone o le società, nelle varie epoche.
A questo si aggiunge che perdendo la visione unitaria è facile che le verità parziali e individuali vengano assunte a verità assolute.
Fin quando gli esseri umani continueranno ad avere una mente frammentata in questo sistema chiuso, le incomprensioni, i conflitti e le guerre non avranno mai fine.
La “persona autentica” di cui parla Zhuangzi non userà mai termini come “o questo o quello” piuttosto dirà: questo “e anche” quello.
Il bene è male e il male è bene.
In conclusione, il Zhuangzi, capitolo 10, di cui vi invito a una lettura completa, dice:
掊擊聖人,縱舍盜賊,而天下始治矣。
…
聖人已死,則大盜不起,天下平而無故矣。
聖人不死,大盜不止。
Afferrate e colpite i santi (saggi), lasciate andare i ladri e il mondo sarà in ordine.
…
Quando i santi cesseranno di esistere, nessun ladro potrà sorgere più e il mondo sarà in pace e senza problemi.
Finché i santi non saranno morti, i ladri non cesseranno.
Li Xuanzong
Prefetto Generale
Chiesa Taoista d’Italia
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