a cura di I Bassifondi dell’Anima
Gli alchimisti ci insegnarono che l’anima prima di ambire ai pioli più alti della Scala di Giacobbe, necessita di un lavoro di purificazione o di rettifica, che ritroviamo in qualsiasi percorso ascetico e in molte tradizioni.
Nei Testi dei Sarcofagi è riportato “Riassesta le tue ossa, ricomponi le tue membra, ritornerai giovane ogni giorno.”
Nell’arte sacra bizantina la realizzazione di un’icona è preceduta da un meticoloso lavoro di velature.
Pico della Mirandola, nella sua “Oratio” scrive “Ora discenderemo, smembrando l’Uno in una moltitudine di pezzi con la stessa violenza dei Titani contro Osiride; ora risaliremo, ricomponendo la molteplicità nell’Uno, proprio come le membra di Osiride, con forza analoga a quella di Febo. Ripeteremo questo percorso finché raggiungeremo la perfezione nella felicità della teologia, riposando finalmente nel grembo del Padre che si trova alla sommità della scala.”
Raggiungere la Sapienza dei Cherubini e l’Amore dei Serafini è un’ambizione che l’uomo deve assolutamente realizzare attraverso l’esercizio della Volontà. Un lavoro duro, ma alla sua portata. Egli che domina il mondo sensibile, posto al centro della Creazione, che è stato posto a metà tra le forze ctonie e quelle celesti, ha le potenzialità per trasmutare i metalli grezzi in oro.
L’uomo ha però bisogno dell’aiuto di Dio.
E’ proprio qui che sta l’umiltà di cui parlano i mistici, “Padre se vuoi allontana da me questo calice. Tuttavia sia fatta non la mia, ma la Tua Volontà.”
Scopo dell’uomo è quello di sfiancare le passioni ma non attraverso la repressione, perché questo alimenterebbe i demoni, ma “rettificandole” in virtù, capovolgendole.
L’uomo che è sulla Via, diventa sempre più sordo ai richiami del mondo sensibile. Proprio come Giacobbe che dorme nel mondo fenomenico ma veglia in quello spirituale.

