di Giuliano Noci
3 Agosto 2025
L’Europa ha ancora un vantaggio competitivo unico:
la cultura. Il gusto per il bello. La capacità di unire arte, creatività, innovazione e manifattura. Non ce l’ha nessun altro. E l’intelligenza artificiale non è una minaccia a tutto questo. Anzi: può esserne il moltiplicatore. Un alleato silenzioso che libera risorse, accelera la sperimentazione, personalizza l’esperienza.
Se messa nelle mani giuste – quelle di designer, artigiani, imprenditori – può accendere un vero Rinascimento Digitale Europeo.
Un Made in Europe 5.0: competitivo, identitario, riconoscibile.
Ma per farlo servono scelte nette. Basta accontentarsi di scrivere regole che nessuno segue. Basta con il primato morale disconnesso dalla realtà economica.
Serve investire, rischiare, formare talenti, costruire piattaforme proprie.
Serve leadership. Serve coraggio. Perché l’IA sarà ovunque. Come l’aria.
E allora la domanda è semplice:
Vogliamo respirarla a pieni polmoni… o vivere con la maschera d’ossigeno made in altri continenti?
Il tempo delle mezze misure è finito. È il momento di costruire. E di farlo insieme.

